Governo-imprese, vertice su tasse, pagamenti PA e lavoro

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Settembre 2012
Aggiornato 14 Aprile 2014 16:47

Niente aumento dell'IVA nel 2013, recepimento della direttiva UE sui pagamenti dalla PA, delega fiscale, produttività del lavoro e il nodo della contrattazione di secondo livello: il vertice di Palazzo Chigi e la reazione delle imprese.

La conferma che non ci sarà l’aumento IVA nel luglio 2013, ma anche l’impegno a recepire la direttiva Ue sui ritardi di pagamento della PA alle imprese entro novembre, a concludere entro il 2012 la delega fiscale, a ulteriori misure di semplificazione e agevolazioni per le imprese (anche le PMI) e una precisa richiesta, da parte dell’esecutivo alle parti sociali: bisogna recuperare produttività del lavoro, su questo serve dialogo, che punti fra le altre cose a rafforzare la contrattazione aziendale.

È la sintesi dell’incontro fra Governo e imprese che si è svolto ieri, 5 settembre, a Palazzo Chigi, primo round di un cammino che prevede un secondo appuntamento, il prossimo 11 settembre, fra Esecutivo e sindacati.

Al centro dei vertici: il rilancio della competitività e della produttività delle imprese e del sistema Italia. Presenti per le imprese i presidenti di Confindustria, Giorgio Squinzi, dell’ABI, Giuseppe Mussari, di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini, dell’ANIA, Aldo Minucci, e dell’Alleanza delle Cooperative Luigi Marino.

Vediamo punto per punto i principali argomenti su cui sono stati presi impegni precisi.

Ritardo pagamenti PA

C’è l’impegno a recepire entro il prossimo novembre 2012 la direttiva Ue sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, in base alla quale il tempo massimo per i pagamenti si riduce a 30 giorni.

Quello dei ritardi dei pagamenti della PA è uno dei temi al centro del dibattito di questi ultimi mesi ed era anche una delle richieste più pressanti delle imprese.

Nei mesi scorsi il Governo ha emesso una serie di provvedimenti per sbloccare 20-30 miliardi, parte di un debito nei confronti delle imprese intorno ai 70 miliardi, con misure che prevedono la certificazione dei crediti, la possibilità di compensazioni, la trasformaizone dei crediti in titoli di stato.

L’entrata in vigore della direttiva Ue rappresenterebbe una soluzione strutturale, riducendo per legge a 30 giorni i tempi di pagamento.

Semplificazioni fiscali

Entro fine 2012 l’Esecutivo vuole approvare la delega fiscale, operando un riordino tributario che vada anche nel senso della semplificazione per contribuenti e imprese.

In materia di sburocratizzazione si è parlato di semplificazioni in vista per la documentazione IVA per l’export, e di agevolazioni per le piccole imprese agricole.

Lavoro

Al centro del corposo dibattito sul lavoro c’è il tema della contrattazione di secondo livello. In attuazione degli accordi fra imprese e sindacati del 28 giugno 2011, il Governo incentiva le parti a fare passi avanti, ad esempio prevedendo deroghe ai contratti nazionali nelle situazioni di crisi.

In generale, il tentativo è quello di concedere benefici fiscali sugli stipendi, privilegiando la parte variabile legata alla produttività e di introdurre elementi di maggior flessibilità in termini di orario e organizzazione del lavoro.

Si pensa sia a misure che riducano la quota fissa dello stipendio aumentando il cosidetto salario di produttività, a misure di defiscalizzaizone di quest’ultimo, alla riduzione del cuneo fiscale, a incentivi all’assunzione dei giovani.

Argomenti che, dopo essere stati discussi con le imprese che appaiono favorevoli, saranno approfonditi durante il prossimo vertice Governo-sindacati.

Infine, sempre per quanto riguarda il capitolo lavoro, il ministro Elsa Fornero ha ribadito che è stato avviato un monitoraggio sugli effetti della riforma del lavoro appena approvata per individuare eventuali criticità.

IVA

Confermato da parte del Governo, grazie ai tagli alla spesa (la considetta spending review), che non verrà aumentata l’IVA nel luglio del 2013.

Come è noto, il temuto aumento dell’IVA di due punti percentuali (dall’attuale 21% al 23% e dal 10 al 12%), era inizialmente previsto dal Salva Italia di fine 2011, e per la precisione dalla clausola di salvaguardia che rischiava di scattare già dall’ottobre 2012.

Poi con il procedere dei tagli alla spesa la data dell’aumento (molto criticato dalle imprese, sulla base della considerazione che deprimerebbe ulteriormente i consumi) è stata via via posticipata: prima si è parlato di gennaio 2013, poi con il decreto estivo sulla spending review lo slittamento è arrivato al luglio 2013, ma con l’impengo a cercare di evitare del tutto l’incremento delle aliquote IVA. Impegno che ora il Governo, appunto, conferma.

Segnali positivi dalle imprese

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che poche ore prima del vertice paventava un autunno bollente, dopo l’incontro ha mitigato i toni, definendo il dialogo «costruttivo» ed esprimendo la speranza che questa clima prosegua.

Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia, ritiene che «se saranno raggiunti entro fine legislatura» i tre obiettivi indicati (niente aumenti IVA, delega fiscali e direttiva pagamenti PA) «ci sarà un’iniezione di fiducia e ottimismo importante». In tema di produttività del lavoro, Guerrini esprime un auspicio: «sarebbe una buona cosa se alla fine del mese un dipendente avesse qualche euro in più in busta paga, a fronte di un po’ di lavoro in più».

Più prudente Luigi Marino, presidente di Alleanza per le Cooperative: l’incontro di Palazzo Chigi è «il primo tempo, al quale seguirà un secondo tempo con i sindacati. E ne occorrerà di certo almeno un terzo per tracciare la strada della competitività».