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NaDEF in CdM: rispunta l’ipotesi revisione del Catasto

di Anna Fabi

Pubblicato 28 Settembre 2021
Aggiornato 29 Settembre 2021 07:54

NaDEF in Consiglio dei Ministri mercoledì 29 settembre: il nodo rendite catastali e i numeri per la Legge di Bilancio 2022.

La NaDEF con i nuovi numeri per la Legge di Bilancio 2022 arriva in Consiglio dei Ministri mercoledì 29 settembre, mentre invece slitta ancora la Riforma fiscale, attesa da mesi (originariamente doveva essere approvata entro fine luglio, poi è via via slittata) e contenente la delega al Governo per attuare la riforma. In base alle anticipazioni, negli ultimi giorni ci sarebbe stata un’accelerazione definitiva sul fronte fiscale, con il ddl che doveva arrivare in CdM insieme alla NaDEF, ma che alla fine è slittato nuovamente. L’approvazione della nota di aggiornamento al DEF era prevista per martedì 28 settembre ma è appunto slittata di 24 ore per mettere definitivamente a punto tutte le misure in esso contenute.

=> NaDEF: la crescita sostiene la Legge di Bilancio 2022

NaDEF: numeri 2022 in crescita

La NaDEF contiene le stime di crescita 2021, anticipate nei giorni scorsi dal premier Mario Draghi. Il Governo ha infatti già annunciato che le stime di crescita sono migliori di quelle stimate a primavera, con il PIL in salita del 6% e il deficit sotto il 10% (in aprile, si prevedevano un PIL a +4,5% e un deficit dell’11,8%).

Riforma del Fisco: il nodo risorse

La Riforma fiscale, quando si riuscirà a vararla, dovrebbe prevedere la revisione delle aliquote IRPEF, l’eliminazione dell’IRAP (che dovrebbe confluire nell’IRES), il taglio del cuneo fiscale. Fondamentale il nodo risorse, da aggiungere ai 3 miliardi che sono già stati previsti con la Legge di Bilancio 2021.

Qui si apre il capitolo relativo al Catasto: nel ddl potrebbe esserci la revisione delle rendite catastali, da riportare a livelli più vicini a quelli di mercato, cambiando anche il sistema di calcolo (al metro quadro, e non più per suddivisione dei vani). Il rischio di aumento della tasse sugli immobili non riguarda però le prima case. Non solo: l’operazione non dovrebbe aumentare il gettito complessivo delle tasse sugli immobili ma riequilibrarle.

In base al sistema attuale, spiega la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, ci «sono proprietari che pagano un’imposta non realistica rispetto al valore della casa mentre altri pagano in confronto di più perché ad esempio posseggono immobili in aree interne che hanno perso valore col tempo».

Riforma del Catasto: le ipotesi

In ogni caso, la riforma del Catasto – se davvero sarà prevista – comporterà modifiche anche sostanziali al sistema, come il passaggio ai metri quadri. Quindi, ci vorranno tempi attuativi relativamente lunghi. Contraria Confedilizia: «se c’è un’urgenza in campo immobiliare non è certo la riforma del Catasto, bensì una netta riduzione della tassazione, specie quella di natura patrimoniale» sottolinea il presidente, Giorgio Spaziani Testa, secondo il quale per correggere le iniquità del catasto non servono riforme, basta attivare gli strumenti dell’Agenzia delle entrate e dei Comuni.

In ogni caso, prosegue Spaziani Testa, «si inizi eliminando la patrimoniale sugli immobili inagibili, che incredibilmente ancora ne sono soggetti, e nei piccoli centri, quelli in via di spopolamento, dove gli immobili hanno valore zero non essendo né abitabili né vendibili né affittabili. Togliere l’IMU nei Comuni fino a tremila abitanti costerebbe appena 800 milioni di euro».