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Riforma fiscale, meno tasse sul lavoro in Italia: il parere OCSE

di Anna Fabi

Pubblicato 8 Settembre 2021
Aggiornato 9 Dicembre 2021 09:34

Riordino delle detrazioni, rimodulazione delle tasse, più equità e controllo: strumenti e strategie di Riforma Fiscale nel report OCSE sull'Italia.

Le tasse sul lavoro in Italia restano troppo alte in rapporto alla media OCSE, la raccomandazione è dunque quella di avviare una riforma che riduca la complessità del sistema e ne abbassi il costo in modo strutturale (riduzione del cuneo fiscale). Sono le indicazioni contenute nell’Economic Survey Ocse sull’Italia, che reputa prioritario fornire sostegno fiscale mirato fin quando la ripresa post Covid non sarà realmente consolidata a livello economico e occupazionale.

=> Fisco 2021: più tasse e contributi, meno controlli

Leve di ripresa economica

In base alle stime, l’Italia crescerà del 5,9% quest’anno e del 4,1% nel 2022, dopo il crollo del PIL 2020 dovuto all’emergenza Coronavirus. Un secondo quadrimestre più robusto del previsto ha portato a una revisione al rialzo del PIL 2021 rispetto a quanto previsto nell’Outlook di maggio: a sostegno della crescita stimata ci sono il PNRR e le riforme in cantiere fra cui quella del Fisco, da ultimare entro fine 2021. L’OCSE raccomanda infatti di riformare spesa pubblica e sistema fiscale a complemento del Recovery Plan.

Obiettivi di Riforma Fiscale

La riforma fiscale dovrebbe stimolare la crescita e aumentare l’equità riducendo anche l’alta evasione. Le indicazioni concrete fornite dall’OCSE sono dunque le seguenti.

  • Riordino tax expenditure: ci sono troppe agevolazioni con meccanismi troppo complessi, solo nel corso della pandemia sono state implementate 69 nuove misure agevolative, nel post pandemia detrazioni e agevolazioni vanno semplificate.
  • Ridurre strutturalmente le tasse sul lavoro, che sono più alte rispetto alla media OCSE.
  • Più equità fiscale per tutti, alleggerendo il carico sulla classe media.
  • Aumentare le tasse su immobili ed eredità, queste ultime sotto la media internazionale, insieme alle entrate da imposte sui consumi (anche a causa dell’alta evasione IVA).
  • Lotta all’evasione: i dati relativi al 2019 indicano un tax gap in Italia pari al 5,9% del PIL, che per circa un terzo (intorno ai 33 miliardi di euro) è attribuibile all’evasione IVA.

Fra gli strumenti consigliati, l’incremento della compliance fiscale e della digitalizzazione, nonché un maggior utilizzo di pagamenti tracciabili.