Il Governo Draghi, tecnico-politico e ambientalista

di Anna Fabi

Pubblicato 12 Febbraio 2021
Aggiornato 14 Febbraio 2021 10:00

Il presidente del Consiglio Mario Draghi forma il nuovo Governo, il 13 febbraio il giuramento al Quirinale, nei giorni a seguire la fiducia alle Camere: l'elenco dei ministri.

Mario Draghi forma un Governo all’insegna della continuità con il Conte bis, del quale conferma sette ministri su un totale di 23 che formano il nuovo Esecutivo. Come previsto, entrano nella compagine alcuni supertecnici, a partire da Daniele Franco (ex direttore generale della Banca d’Italia) all’Economia, Marta Cartabia (ex presidente della Corte Costituzionale) alla Giustizia, Roberto Cingolani (fisico e manager), come nuovo super-ministro alla Transizione Ecologica, Vittorio Colao (manager) all’Innovazione. Confermati Luigi di Maio agli Esteri, Luciana Lamorgese all’Interno, Dario Franceschini alla Cultura, Roberto Speranza alla Sanità, Lorenzo Guerini alla Difesa, Elena Bonetti alle Pari opportunità, Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento. Altri ministri uscenti cambiano dicastero, Stefano Patuanelli passa all’Agricoltura, Fabiana Dadone alle Politiche giovanili. Il ministro dello Sviluppo Economico va a Giancarlo Giorgetti, il ministro del Lavoro è Andrea Orlando. Tornano al Governo Maria Stella Gelmini, a cui vanno gli Affari generali e le autonomie, Mara Carfagna, Sud e coesione territoriale, Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione.

Sabato 13 febbraio è in agenda il giuramento al Quirinale, poi il nuovo esecutivo entra in carica. Ecco di seguito, per esteso, la lista dei ministri.

Ministri senza portafoglio

  • Federico D’Inca: Rapporti con il Parlamento
  • Vittorio Colao, Innovazione
  • Renato Brunetta, Pubblica amministrazione,
  • Maria Stella Gelmini, Affari generali e autonomie,
  • Mara Carfagna, Sud e coesione territoriale,
  • Fabiana Dadone, Politiche giovanili,
  • Elena Bonetti, Pari opportunità,
  • Erika Stefani, Disabilità,
  • Federico D’Incà, Rapporti con il Parlamento
  • Massimo Garavaglia, coordinamento iniziative turismo, con portafoglio.

Ministri con portafoglio

  • Luigi Di Maio: Esteri,
  • Luciana Lamorgese: Interni,
  • Marta Cartabia: Giustizia,
  • Lorenzo Guerini: Difesa,
  • Daniele Franco: Economia,
  • Giancarlo Giorgetti: Sviluppo economico,
  • Stefano Patuanelli: Agricoltura,
  • Roberto Cingolani: Ambiente e Transizione ecologica,
  • Lorenzo Giovannini: Infrastrutture e Trasporti,
  • Andrea Orlando: Lavoro,
  • Patrizio Bianchi: Istruzione,
  • Cristina Messa: Università e ricerca,
  • Dario Franceschini: Cultura,
  • Roberto Speranza: Salute.

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Roberto Garofoli.

Fine di una crisi

Il Presidente del Consiglio incaricato ha sciolto la riserva dopo una decina di giorni dal conferimento dell’incarico da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Prima di formare il governo, ha fatto un doppio giro di consultazioni con le forze politiche rappresentate in Parlamento, e uno (più inusuale) con parti sociali ed esponenti del mondo ambientalista e del terzo settore.

Consultazione che, in base a quanto confermato da tutti i protagonisti (oltre che dai fatti), sono servite ad ascoltare tutte le posizioni, per trovare una sintesi che raccogliesse una maggioranza il più ampia possibile. Senza però contrattare con le forze politiche l’attribuzione delle poltrone ministeriali.

Sta dunque per avviarsi a conclusione una crisi di governo che si è prolungata per un mese, quando il 13 gennaio Italia Viva aveva ritirato i ministri dal Governo Conte bis. Il premier uscente, Giuseppe Conte, si era quindi rivolto al Parlamento per il voto di fiducia, ottenendo la maggioranza assoluta alla Camera ma solo relativa al Senato. Pochi giorni dopo, il 26 gennaio, Conte rassegnava le dimissioni. Mattarella, dopo un giro di consultazioni e la verifica di una possibile maggioranza parlamentare analoga a quella che sosteneva il governo precedente, aveva affidato un incarico esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico, che però alla fine non ha trovato l’accordo dei partiti sul programma. Da qui, la scelta di Mattarella di affidare la formazione di un nuovo governo a una personalità di spicco a livello internazionale, come Mario Draghi.

Ora, gli step sono ben definiti. Sabato 13 febbraio la cerimonia al Quirinale di giuramento dei nuovi ministri. Nel corso della settimana che inizia lunedì 15 febbraio il Governo si presenta invece in Parlamento per presentare il programma e ottenere la fiducia. Dal momento del giuramento, il Governo è pienamente in carica. E ha una serie di impegni immediati: i provvedimenti con le regole anti Covid, il decreto Ristori 5, il PNRR (Recovery Plan).