Vuoi lasciare un post? Firmalo!

di Roberta Donofrio

12 Marzo 2008 17:30

È la proposta di un politico del Kentucky che prevede l'obbligo di apporre la firma a tutti i post pubblicati sui siti e pene pecuniarie ai webmaster che non controllano le generalità dei navigatori

Blog, forum e commenti potrebbero a breve richiedere la firma dell’autore. A lanciare la proposta di legge che sancirebbe la fine dell’anonimato in rete è il parlamentare del Kentucky Tim Couch.

Il politico, che da tempo ha intrapreso la lotta contro la diffamazione in internet, intende con questa iniziativa mettere fine ai commenti offensivi opera di bulli e provocatori. In realtà sembra che lo stesso Couch sia stato vittima in passato di post poco lusinghieri e non potendo risalire agli autori abbia deciso di ricorrere ad una legge tanto radicale.

La sua proposta prevede che i navigatori forniscano la propria email e le proprie generalità all’operatore del sito sul quale ha deciso di intervenire. Bandite, quindi tutte le formule di anonimato come pseudonimi, nickname e identità parallele.

Toccherà ai webmaster e agli amministratori dei forum l’ingrato compito di identificare i netizen che pubblicano le proprie opinioni sui loro siti registrando in un apposito archivio nome, cognome e indirizzo mail dei frequentatori del web. Questo database resterà a disposizione delle forze dell’ordine che in presenza di dichiarazioni false potrebbero risalire immediatamente all’autore.

Già previste anche le multe per i siti che non disporranno di strumenti di conservazione dei dati: dai 500 dollari in caso di prima infrazione, per poi arrivare a 1000 dollari in caso di recidività dell’amministratore che consente la pubblicazione di commenti da parte degli utenti più “spudorati”.

Resta comunque improbabile che una simile proposta riesca ad ottenere l’approvazione vista l’evidente incostituzionalità dei suoi principi, che andrebbero ad violare addirittura il Primo Emendamento.
&Egrave prevedibile che fino a quando l’anonimato resterà condizione garantita da Internet e dalla Costituzione, Couch continuerà a ricevere commenti poco piacevoli.