


Per calcolare l’imposta IMU o per compilare la DSU ai fini ISEE, serve conoscere la rendita catastale. Ci sono casi in cui il dato non è noto, ad esempio se l’immobile è in via di regolarizzazione al Catasto. Vediamo dunque quali sono le opzioni e i passaggi per conoscere subito la rendita catastale dell’abitazione.
Rendita catastale immobili: dove si può trovare
La prima opzione è naturalmente la consultazione del contratto di compravendita dell’immobile, che riporta obbligatoriamente la rendita catastale. In genere, si trova alla terza pagina o comunque nella parte dell’atto notarile che indica la categoria dell’immobile e, appunto, la rendita catastale (RC). La seconda alternativa per risalire alla rendita catastale consiste nel richiedere un’apposita visura catastale.
Visura catastale
Per ottenerla basta visitare il sito dell’Agenzia delle Entrate (servizi disponibili: Visura catastale online, gratuito per i proprietari; Visura catastale telematica a pagamento per qualunque immobile; piattaforma Sister, per soggetti convenzionati) o recarsi allo sportello di un’Agenzia del Territorio. Spesso anche i CAF (centri di assistenza fiscale) mettono a disposizione il servizio. Dal 1° gennaio 2025, ricordiamo che l’accesso telematico alle banche dati ipotecarie e catastali è accesso gratuito per tutti i privati.
La visura catastale permette di acquisire i dati identificativi e reddituali di terreni e fabbricati associando rispettivi intestatari dei beni immobili. Presenti anche mappa catastale o planimetrie, elenco subalterni e atti di aggiornamento catastale. Le informazioni catastali, ad eccezione della planimetria, sono pubbliche e accessibili a tutti, previo pagamento. I titolari del diritto di proprietà o di godimento possono chiederne la consultazione gratuita. È possibile richiedere il rilascio delle visure storiche, sia per soggetto che per immobile, in formato analitico e sintetico, ossia con layout grafico SIT (Sistema Integrato Territorio), o in formato tabellare.
Rendita catastale online
Con il servizio web dell’Agenzia delle Entrate, denominato “Consultazione rendite catastali“, è possibile conoscere la rendita e le informazioni su qualsiasi immobile censito al Catasto fabbricati o i redditi dominicale e agrario e le informazioni su qualsiasi immobile censito al Catasto terreni. Basta indicare: gli identificativi catastali (Comune, sezione, foglio, particella) e la provincia di ubicazione dell’immobile. Il servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate non comprende però gli immobili delle province autonome di Trento e Bolzano. Molti Comuni italiani, però, mettono a disposizione procedure proprie per ottenere la rendita catastale, anche gratuitamente.
Rendita catastale e coefficienti IMU
La rendita catastale non è il valore dell’immobile ai fini IMU, che va calcolato a partire dalla rendita catastale rivalutata del 5% (moltiplicando la rendita per 1,05) e poi moltiplicando il risultato per il coefficiente relativo alla categoria dell’immobile.
- Fabbricati nelle categorie catastali A (tranne A/10), C/2, C/6 e C/7 (abitazioni e pertinenze): 160.
- Fabbricati nelle categorie B, C/3, C/4 e C/5 (uffici pubblici, magazzini, laboratori): 140.
- Fabbricati nelle categorie catastali A/10 e D/5 (uffici e banche): 80.
- Fabbricati nel gruppo catastale D ad eccezione della categoria D/5 (opifici, alberghi, fabbricati con funzioni produttive connesse all’agricoltura): 65.
- Fabbricati C/1 (negozi): 55.
Calcolato il valore dell’immobile bisogna applicare le aliquote IMU e le eventuali detrazioni.
Rendita fabbricati non accatastati
Per determinare l’imponibile degli immobili non censiti in Catasto, vanno applicati specifici coefficienti. Per il 2025, il coefficiente da utilizzare è pari a 1,00.
Calcolo IMU 2025: la formula da applicare
Per il calcolo IMU a questo punto non resta che applicare la consueta formula: rendita catastale + 5% di rivalutazione e risultato moltiplicato per il coefficiente catastale e di nuovo per l’aliquota IMU (in acconto si applica quella dell’anno precedente e a saldo quella dell’anno fiscale in corso, con la novità 2025 in base alla quale se le nuove delibere non recepiscono le novità della riforma dell’imposta municipale propria sulle nuove classificazioni, allora si applicano le aliquote base).