Decreto Dignità verso l’approvazione definitiva

di Anna Fabi

Pubblicato 6 Agosto 2018
Aggiornato 12 Settembre 2018 15:11

Il Senato punta a chiudere i lavori in settimana, Decreto Dignità in sula il 6 agosto, passaggio sprint in commissione: l'iter della legge di conversione, sintesi dei provvedimenti su lavoro, imprese, partite IVA.

Decreto Dignità al rush finale, i lavori del Senato sul testo del provvedimento approvato alla Camera procedono speditamente per consentire l’approvazione prima della pausa estiva. Il provvedimento che contiene, fra le altre cose, la stretta su contratti a termine e le misure anti delocalizzazione è arrivato a Palazzo Madama venerdì scorso, è stato affidato alla Commissione Finanze per un rapido esame. Emendamenti presentati nel corso del fine settimana, l’esame finale del testo in Commissione e lo sbarco in Aula sono entrambi in calendario per lunedì 6 luglio.

Iter istituzionale

Con ogni probabilità, il Decreto Dignità uscirà da Senato senza ulteriori modifiche, in modo da essere definitivamente approvato senza richiedere un ulteriore passaggio alla Camera. La legge di conversione del dl 87/2018 deve essere approvata entro il 12 settembre, ma l’obiettivo è quello di terminare i lavori questa settimana, prima della pausa estiva.

Decreto Dignità in sintesi

Ricordiamo, in estrema sintesi, le principali misure per lavoro e imprese:

  • stretta sui contratti a termine: tempo massimo due anni (dai precedenti tre), con causale obbligatorio dopo i primi 12 mesi, numero massimi di rinnovi quattro (erano cinque). C’è un periodo cuscinetto fino al 31 ottobre durante il quale i contratti sono rinnovabili anche senza causalone. Sono esonerati dal causalone i contratti di lavoro stagionali. Tetto del 30% sulle assunzioni a tempo indeterminato per i contratti a termine, anche in somministrazione;
  • licenziamenti: sale l’indennizzo per licenziamento illegittimo, portandosi da tre a 36 mesi (dai precedenti paletti da due a 24 mensilità), e fra tre e 27 mensilità in caso di procedura conciliativa (prima erano da due a 18);
  • anti-delocalizzazione: le imprese che delocalizzano un impianto dopo aver utilizzato incentivi statali, devono restituirli e pagare una sanzione da due a quattro volte superiore all’importo del beneficio utilizzato;
  • partite IVA: abolito lo split payment per i professionisti, proroga Spesometro a febbraio 2019, revisione del Redditometro.