Un sito ogni mille è infetto, parola di Google: quali le possibili soluzioni?

di Stefano Besana

Pubblicato 26 Febbraio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

Una recente statistica resa nota da Google evidenzia come la percentuale di siti infetti sia nell’ordine di uno ogni mille, numeri che fanno riflettere e che richiedono qualche seria considerazione. La notizia è stata riportata anche da Giacomo Dotta su Webnews.

La ricerca diffusa da Google (qui la trovate in formato .pdf e in lingua inglese) riporta anche una classifica dei paesi che ospitano il maggior numero di server infetti, che contribuiscono ad intaccare la sicurezza delle utenze. In prima posizione troviamo la Cina, con un 67% dei casi, Stati Uniti e Russia seguono a ruota mantenendosi sul podio. L’Italia è esclusa dalla top 10, anche se, per ovvie, ragioni non ha certo un peso tanto rilevante sul web come le nazioni sopracitate.

A questo punto non resta che fare le opportune considerazioni sull’importanza della questione.
In casi come questi le utenze possono fare ben poco. Quello che si può fare è limitarsi ad una sicurezza di tipo “passivo”, dotandosi quindi degli opportuni mezzi di protezione che posano tutelarci da una navigazione in server infetti.

Questa soluzione è tuttavia semplicemente un palliativo, non risolve quindi realmente la questione dell’infezione dei server. In casi come questi dovrebbero, dico dovrebbero perché la questione non è mai semplice, essere gli ISP, i fornitori dei servizi, a tutelare in primo luogo le utenze, svolgendo controlli periodici e adeguati su tutte le loro macchine e su tutti i servizi che offrono.
Un controllo alla radice di questo tipo permetterebbe livelli di protezione decisamente superiori in grado di garantire una sicurezza perlomeno sufficiente.

I problemi come questi non sono mai archiviabili condannando l’una o l’altra parte.
Certo è che se ci fosse una reale azione congiunta di utenze e fornitori di servizi, casi come quelli sopracitati potrebbero essere risolti in tempi brevissimi se non, addirittura, prevenuti.
Perché tutto questo avvenga è necessario che la gente comprenda l’importanza della sicurezza sia in ambito ICT sia in altri ambiti. E perché questo, a sua volta, avvenga penso sia necessario ancora molto tempo.

Voi cosa ne pensate?