Speciale Opzione Donna

L’Opzione Donna 2023 permette alle lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata con 35 di contributi ed assegno calcolato interamente su sistema contributivo.

In base alla Manovra 2023, il requisito anagrafico, maturato entro il 31 dicembre 2022 è diventato il seguente (equiparato per dipendenti e autonome): 58 anni con due figli, 59 anni con un figlio, 60 anni negli altri casi. Inoltre, la platea delle beneficiarie si limita a caregiver, inabili ed esuberi da aziende in crisi (in questo ultimo caso bastano 58 anni).

La proroga di Opzione Donna 2023 modifica dunque i requisiti, che trovano posto nella Legge di Bilancio, in attesa della successiva Riforma Pensioni 2024, che potrebbe rendere tale regola strutturale.

Ultime notizie

Opzione Donna 2023

Il Governo ha previsto la proroga con rimodulazioni dell’Opzione Donna nel 2023 e dal 2024 la possibilità di essere resa strutturale e permanente con la Riforma delle Pensioni allo studio dell’esecutivo Meloni con le parti sociali.

Cosa è l’Opzione Donna

È un’opzione introdotta dalla Legge Maroni 243/04, ripresa dalla Riforma Fornero 2011 e prorogata dalla Legge di Bilancio anche per il 2023.

Come funziona nel 2023

Avvalendosi di questa opportunità, alcune categorie di donne possono andare in pensione nel 2023 a 60 anni di età se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, maturando tutti i requisiti al 31/12/2022. Non scatta l’adeguamento alla speranza di vita.

Chi ha diritto all’Opzione Donna?

Possono aderire tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, a fondi sostitutivi o esclusivi che siano in possesso di contributi alla data del 31 Dicembre 1995 e che rientarano, dal 2023, nelle categorie previste dalla Manovra (esuberi da aziende con tavoli di crisi, caregiver familiari, inabili al 74%).

Chi non ha diritto all’Opzione Donna?

Non possono esercitare questa opzione le iscritte alla gestione separata o che, per qualsiasi motivo, vogliano utilizzare i contributi maturati in tale gestione per raggiungere il requisito contributivo. Sono escluse dal 2023 anche coloro che non rientrano nelle categorie indicate in Legge di Bilancio.

Si può lavorare dopo Opzione Donna?

No. Per il conseguimento della pensione con Opzione Donna, è necessario aver cessato ogni rapporto di lavoro dipendente, mentre non è richiesto questo requisito in caso di attività svolta da una lavoratrice autonoma.

Chi va in pensione con Opzione Donna nel 2023?

Possono accedere alla Pensione Donna le lavoratrici che hanno 60 anni e che hanno maturato entro il 31.12.2022 il requisito contributivo di 1820 settimane (35 anni di lavoro effettivo), purché siano  anche esuberi da aziende con tavoli di crisi, caregiver familiari oppure inabili al 74%.

Come andare in pensione con 35 anni di contributi?

Per andare in pensione anticipata con Opzione Donna, si può perfezionare il requisito contributivo dei 35 anni sfruttando anche la maternità obbligatoria, i contributi da riscatto (anche per il congedo parentale) e i versamenti volontari.

Opzione Donna: quali contributi valgono per i 35 anni?

Per il computo dei 35 anni per Opzione Donna di lavoro effettivo, valgono anche i periodi di mobilità o cassa integrazione, quelli di maternità  riferiti ai permessi per utilizzo della Legge 104. Sono invece esclusi i contributi in gestione separata e i contributi figurativi per malattia e disoccupazione, che concorrono comunque a determinare il montante contributivo su cui si calcola la pensione.

Come si possono ricongiungere i contributi per Opzione Donna?

Non è possibile esercitare il cumulo gratuito dei contributi versati in casse previdenziali diverse da AGO. Si può soltanto procedere con la ricongiunzione onerosa oppure con il versamento di contributi volontari.

È possibile avvalersi del riscatto di laurea agevolato (al costo annuo di 5.264,49 euro) anche se in possesso di contributi maturati al 31 dicembre 1995 e se iscritti alle gestioni obbligatorie prima del 1996. La domanda di riscatto laurea, però, deve essere presentata contestualmente alla domanda di pensione.

Quando si può fare domanda per Opzione Donna?

Le lavoratrici che intendono andare in pensione con Opzione Donna possono presentare domanda attraverso il servizio online INPS. Per il comparto Scuola, la domanda di cessazione del servizio va inoltrata entro febbraio.

Come si calcola la pensione Opzione Donna?

L’assegno previdenziale per chi usufruisce dell’Opzione Donna viene ricalcolato con il solo criterio contributivo. Il calcolo è diverso dal tradizionale sistema contributivo perché bisogna farvi rientrare anche i periodi di contribuzione accreditati prima del 1996. In pratica, scatta il ricalcolo anche delle anzianità maturate prima della legge n. 335/1995.

A quanto ammonta la pensione con Opzione Donna?

L’importo della pensione finale viene determinato sommando due diverse quote: la prima è rappresentata dalle anzianità contributive maturate entro il 31.12.1995; la seconda è rappresentata dalle anzianità maturate dal 1° gennaio 1996.

Quanto si perde se si va in pensione con Opzione Donna?

Il taglio dell’assegno penalizza chi ha molti anni versati prima del 1996, con una riduzione di circa il 25%, con punte fino al 35%.

Come si fa domanda di Opzione Donna?

La domanda si presentare online dal sito INPS, rivolgendosi al suo Contact Center o a patronati e intermediari.

Quando decorre la pensione Opzione Donna?

La decorrenza della pensione scatta, secondo il meccanismo delle finestre mobili, 12 mesi dopo la maturazione del diritto per le dipendenti e 18 mesi dopo per le autonome. Durante il periodo di attesa (12/18 mesi) è comunque consentito continuare a lavorare.

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