


Le differenze di stipendio tra generazioni di lavoratori emergono con evidenza dai dati di un nuovo studio ODM Consulting (Gi Group), che analizza l’andamento delle retribuzioni lorde fisse annue (RBA) per Dirigenti, Quadri, Impiegati e Operai.
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Per i giovani appartenenti alla Generazione Z (classe 1995-2015) farsi strada nel mondo del lavoro diventa sempre più un percorso in salita, con un divario retributivo che li penalizza rispetto ai colleghi di altre fasce anagrafiche. Il generational pay gap raggiunge il 35,5% per gli impiegati, con la Gen Z che deve accontentarsi di stipendi anche inferiori del 27,7% rispetto alla media stessa.
Di contro, si assiste a una progressiva trasformazione del mercato: la seniority lascia sempre più spazio alla valorizzazione delle competenze, in particolare per i profili più specializzati e con elevate competenze tecnologiche.
Divario retributivo per età e inquadramento
A influire sulle dinamiche salariali non è però solo la seniority ma entrano in gioco competenze e complessità dei ruoli, con le retribuzioni entry level più elevate destinate a profili altamente specializzati e con elevate competenze tecnologiche.
ODM Consulting rivela il valore percentuale del generational pay gap per inquadramento, mettendo a confronto Baby Boomers, Gen X e Gen Z:
- per gli impiegati -35,5%,
- per gli operai -17,6%,
- per i quadri -7,3%,
- per i dirigenti -15,5%.
Retribuzioni a confronto: il fattore generazionale
L’analisi ha messo in evidenza le differenze retributive tra Babyboomer, Gen X, Gen Y e Gen Z, escludendo la Gen Z dagli inquadramenti più alti (Dirigenti e Quadri) a causa della loro scarsa presenza in queste categorie.
Scostamento retributivo medio per inquadramento
Inquadramento | Generational pay gap % (2024) |
---|---|
Dirigenti | -15,5% |
Quadri | -7,3% |
Impiegati | -35,5% |
Operai | -17,6% |
I dirigenti registrano una RBA media di € 120.562. Il divario tra Babyboomer e Gen Y arriva a -15,5%, con i Babyboomer sopra la media del 6,4%, mentre la Gen X è leggermente sotto (-0,5%) e la Gen Y segna un calo del -10,1%.
Per i quadri, la retribuzione media è di € 63.631, con un divario più contenuto rispetto agli altri inquadramenti. I Babyboomer e la Gen X superano la media rispettivamente del +2,5% e +0,7%, mentre la Gen Y si attesta al -5%, generando un pay gap complessivo del -7,3%.
La situazione più critica si registra tra impiegati e operai, dove il gap generazionale è molto più marcato.
- Gli impiegati hanno una RBA media di € 35.563. La retribuzione della Gen Z è inferiore del 27,7% rispetto alla media, mentre i Babyboomer guadagnano il 12% in più e la Gen X il 6,2% in più. Complessivamente, il gap retributivo tra Babyboomer e Gen Z arriva al -35,5%.
- Gli operai registrano una RBA media di € 28.497, con un divario del -17,6% tra la generazione più anziana e la più giovane. Anche qui i Babyboomer (+5,3%) e la Gen X (+3,8%) sono sopra la media, mentre la Gen Y è sotto del -2,9% e la Gen Z del -13,4%.
Gli altri fattori in gioco: titoli e competenze
Anche il percorso di studi sembra incidere sulla retribuzione media dei profili entry level. I laureati in ingegneria vantano una RBA più elevata rispetto a colleghi che hanno conseguito il titolo in discipline scientifico-economiche e umanistiche. Analizzando l’impatto delle retribuzioni nelle aziende che adottano l’Intelligenza Artificiale e le tecnologie 4.0, la crescita retributiva è decisamente più competitiva per i ruoli che richiedono competenze distintive.
Il ruolo delle competenze
Un fattore chiave nell’aumento del divario retributivo è che, per molte posizioni, la crescita salariale è legata alla seniority aziendale e agli anni di esperienza, piuttosto che alla mera progressione di carriera. In particolare, per impiegati e operai, il mercato tende a premiare la maggiore expertise maturata sul ruolo, il che penalizza i più giovani, ancora in fase di crescita professionale.
Tuttavia, si osserva un cambiamento delle dinamiche salariali, con il ruolo delle competenze che diventa sempre più determinante per la crescita retributiva.
L’adozione di tecnologie 4.0 e l’integrazione dell’intelligenza artificiale stanno creando un mercato più competitivo, dove i profili specializzati riescono a ottenere retribuzioni più elevate già in fase di ingresso.
Il peso del titolo di studio
Il percorso di studi incide in modo significativo sulle retribuzioni dei profili entry level. I laureati in Ingegneria percepiscono stipendi superiori rispetto a quelli in discipline scientifico-economiche e umanistiche, e la loro crescita retributiva è più rapida.
Titolo di studio | RBA media alla prima esperienza |
---|---|
Laurea umanistica | € 24.420 |
Laurea scientifica/economica | € 26.700 |
Laurea ingegneristica | € 30.650 |
Laurea ingegneristica ad alta specializzazione | € 34.780 in 30 mesi |
Retribuzioni più competitive per le aziende tecnologiche
Le imprese che adottano Industria 4.0 o fanno un uso avanzato di intelligenza artificiale (AI) offrono retribuzioni significativamente più alte per i ruoli con competenze distintive.
Ruolo | RBA media mercato generale | Industria 4.0 | Competenze in AI | AI Expert |
---|---|---|---|---|
Data scientist | € 35.219 | +19,4% | +23,7% | +40,4% |
AI engineer | € 41.500 | +21,2% | +26,3% | +44,1% |
Cybersecurity analyst | € 37.150 | +20,7% | +25,1% | +42,5% |
Questi dati dimostrano come le aziende che investono in innovazione e tecnologia possano offrire percorsi di carriera più competitivi e attrarre i migliori talenti.