

È più comune di quanto si creda intravedere tratti psicopatici nelle personalità di coloro che occupano ruoli dirigenziali, in una percentuale che varia tra il tre e il venti percento.
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Lo rivela una ricerca presentata in occasione della conferenza della Australian Psychological Society, studio che ha analizzato il comportamento e le caratteristiche caratteriali di un campione di 261 professionisti arrivando a una conclusione che ha destato stupore: se solo in una percentuale bassissima della popolazione comune si possono riscontrare tratti caratteriali definibili come psicopatici, questo riscontro avviene molto spesso prendendo in considerazione i leader.
Secondo lo psicologo Nathan Brooks, uno degli autori dello studio, molti leader mostrano poca sincerità, mancanza di empatia, egoismo, superficialità, tanto da poter essere epitetati come “psicopatici di successo“.
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Ma quanto può influire negativamente sui suoi collaboratori e sull’azienda un capo che corrisponde a questo identikit? Secondo i ricercatori potrebbe essere utile basare la selezione del personale sulle caratteristiche della personalità prima che sulle competenze, per scongiurare brutte sorprese.