Limite uso contanti: dietro-front sui mille euro

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 16 Giugno 2015
Aggiornato 8 Settembre 2016 09:58

Pagamenti in contanti: i piani della Camera di innalzare il limite oltre i 3mila euro.

Marcia indietro del Governo sul limite dell’uso del contante superiore a 1.000 euro: è stata approvata dall’aula della Camera ha approvato le mozioni della maggioranza volte ad innalzare tale soglia, stabilita dal governo Monti con il decreto Salva Italia, ad almeno 3.000 euro. Il Governo mira a

“Valutare la possibilità di assumere ulteriori iniziative normative, rispetto alle norme contenute nella delega fiscale, in materia di tracciabilità dei pagamenti e di fatturazione elettronica e contestualmente a valutare l’opportunità di una revisione della disciplina vigente in tema di uso del contante, prevedendo un innalzamento della soglia limite dei 1.000 euro e ponendo l’Italia in linea con gli altri Stati europei”.

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Il riferimento è a Paesi come la Francia e il Belgio, dove la soglia fissata per il limite ai pagamenti in contanti è di 3mila euro, o la Spagna, dove è possibile pagare in contanti fino a 2.500 euro. In Grecia il limite è di 1.500 euro, solo il Portogallo presenta la stessa misura restrittiva dell’Italia (999,99 euro). In caso di violazioni sono previste sanzioni che vanno dall’1% al 40% degli importi che eccedono la soglia minima. Attualmente l’unica deroga al limite dei pagamenti in contanti è concessa agli operatori del settore del commercio al minuto e agenzie di viaggio e turismo. Questi esercenti hanno la possibilità, in deroga alle norme, di vendere beni e servizi a cittadini stranieri non residenti in Italia, a condizione che inviino apposita comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate, (c.2, art. 3 del D.L. 16/2012).

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Il punto è che se, da una parte, il limite all’utilizzo dei contanti avrebbe dovuto dare un notevole contributo alla lotta all’evasione fiscale, dall’altra in Italia ci sono ancora 15 milioni di persone “unbanked”, ovvero che usano solo il contante.

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Per questo motivo il Governo sta pensando:

“Ad assumere iniziative normative volte, da una parte, a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici e a ridurne il costo e, dall’altra, contestualmente e condizionatamente, a valutare l’opportunità di rivedere la disciplina vigente in tema di uso del contante, ponendo l’Italia in linea con gli altri Stati europei che adottano restrizioni sulla circolazione della carta moneta e hanno raggiunto una significativa diffusione dei mezzi di pagamento diversi dal contante”.