Riforma Costituzione: dietro front sul Federalismo

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 10 Ottobre 2012
Aggiornato 7 Aprile 2014 08:51

Dietro front dello Stato su numerose competenze legislative concesse finora dal Federalismo alle Regioni: ecco tutte quelle che tornerebbero al governo centrale e i "sorvegliati speciali" dalla Corte dei Conti.

Federalismo: dietro front del Governo su alcune competenze legislative  che ernao passate dallo Stato alle Regioni. Lo prevede il disegno di legge costituzionale illustrato dal premier Mario Monti gli enti locali a margine del Consiglio dei Ministri, che ha dunque dato il via libera alla riforma del Titolo V della Costituzione.

La riforma nasce dagli scandali di Rimborsopoli emersi in Lazio e in tante altre regioni d’Italia.

L’intervento, si legge in una nota di palazzo Chigi, «si è reso necessario viste le criticità emerse nel corso di questi anni; […] l’obiettivo è quello di apportare modifiche limitate ma significative dal punto di vista della regolamentazione dei rapporti fra lo Stato e le Regioni».

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In base al Ddl, a decidere su Energia e Trasporti sarà di nuovo lo Stato: tra le competenze che tornano allo Stato ci sono infatti «porti marittimi e aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale, grandi reti di trasporto e navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia».

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Ancora: rapporti internazionali e comunitari, armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario diventano legislazione esclusiva dello Stato. Sui bilanci delle Regioni  ci sarà inoltre anche il controllo da parte della Corte dei Conti.

Su Scuola e Sanità rimarranno materie i cui Regioni e Stato potranno entrambi legiferare, in libera concorrenza.

Al di là delle competenze, lo Stato rimarrà comunque garante dei diritti costituzionali e dell’unità della Repubblica grazie all’introduzione di una formula di “preminenza/salvaguardia”.

Per quanto riguarda le Regioni a Statuto speciale il Ddl prevede che in materia finanziaria l’autonomia queste rispettino il principio dell’equilibrio di bilancio ed il patto di stabilità.

Per il momento solo la Lega Nord si è espressa contrariamente sul ddl costituzionale che, tuttavia, o ricordiamo, per concretizzarsi a tutti gli effetti dovrà passare per un lungo e complesso iter parlamentare (che non esclude neppure io referendum) e che a questo punto potrebbe finire per essere materia di un un futuro governo.