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Riforma del Lavoro: meno tasse su lavoro e pensioni

di Francesca Vinciarelli

2 Maggio 2012 11:21

I sindacati chiedono al Governo di detassare il lavoro dipendente e le pensioni allentando la stretta del rigore che penalizza economia, crescita e occupazione.

Un primo maggio particolare quello 2012, visto il delicato momento che sta vivendo il mercato del lavoro in Italia e nel mondo: la festa dei lavoratori ha fornito un’occasione in più a sindacati e partiti per manifestare al Governo il proprio punto di vista sulla riforma del lavoro attualmente in via di definizione.

Cgil, Cisl e Uil hanno fatto sentire la propria voce a Rieti in occasione della celebrazione,  chiedendo al premier Mario Monti e al Ministro Elsa Fornero di «cambiare marcia», smettendo di pensare al rigore e focalizzandosi sulla crescita.

Politiche come quelle messe in atto finora, secondo i leader dei tre sindacati Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si sono basate sulla sola esigenza di risanare i conti pubblici, gravando pesantemente su lavoratori (la recente riforma delle pensioni ne sarebbe un chiaro esempio) e imprese in termini di pressione fiscale e tassazione sul lavoro.

Ora la riforma del lavoro rischia di produrre lo stesso effetto a discapito della crescita e dell’occupazione nel Paese.  Numerosi gli appelli contro le azioni del Governo a discapito di famiglie, imprese e lavoratori e contro la politica di austerità che, sottolineano i sindacati, non fa altro che penalizzare l’economia, senza favorire i consumi. È necessario, ravvisano, ridurre le tasse che gravano su lavoratori e pensionati.

A dimostrazione del difficile momento che stanno vivendo le imprese italiane – che tra l’altro ha portato anche ad un inasprimento del dramma dei suicidi tra gli imprenditori strozzati dalla crisi – quello appena trascorso è stato un primo maggio di forti contestazioni.

Numerosi gli appelli contro le azioni del Governo a discapito di famiglie, imprese e lavoratori e contro la politica di austerità che, sottolineano i sindacati, non fa altro che penalizzare l’economia, senza favorire i consumi. È necessario, ravvisano, ridurre la pressione fiscale che grava su lavoratori e pensionati.

Per Camusso non bisogna colpire lavoratori e imprese ma «chi ha di più e chi ha smesso di investire. Abbiamo bisogno di una risposta sui redditi dei lavoratori e dei pensionati. Il Governo detassi la tredicesima e nel 2013 si faccia una riforma strutturale».

Se il Governo non cambierà regime non ci sarà differenza tra prima e dopo sul fronte dell’occupazione, ravvisa la leader della Cgil, mentre la Uil è pronta a scioperare e a sostenere con qualsiasi tipo di iniziativa la lotta contro la pressione fiscale su redditi da lavoro e pensione.

Una nota dolente per il nostro Paese, per stessa ammissione del ministro del Welfare Elsa Fornero che ha definito quello appena passato «non un bel primo maggio» proprio a causa della disoccupazione che affligge l’Italia e per l’ancora troppo alto numero di infortuni sul lavoro.

Per Bonanni bisogna incidere sulle tasse, ma finora «non si vedono tagli alle spese e non si vedono tagli alle tasse. Nessun Governo al mondo per rilanciare l’economia carica di tasse i cittadini. Non c’é ripresa se non si interviene sui punti focali di quello che fa ricchezza. Bisogna sterilizzare le tasse sulla benzina e far sparire l’IMU sulla prima casa ma anche fare una lotta senza quartiere all’evasione fiscale».