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Pensioni 2023: tutti i requisiti e le formule per uscire prima

di Noemi Ricci

Guida completa ai requisiti per andare in pensione nel 2023 in base a tutte le formule disponibili: tutte le risposte su età e contributi richiesti.

In attesa della Riforma Pensioni attesa per il prossimo anno, ancora per il 2023 restano in vigore non soltanto le regole Fornero (con il blocco degli scatti per la pensione anticipata) ma anche l’APe Sociale, la Pensione Precoci e quella per usuranti e gravosi, l’Opzione Donna con il restringimento della platea e come novità la Quota 103, che consente di ritirarsi a 62 anni con 41 di contributi.

=> Calcola online quando andrai in pensione e quanto prenderai

Di seguito analizziamo gli attuali requisiti per andare in pensione e la prima decorrenza utile per ottenere il primo assegno, facendo il punto sugli strumenti oggi disponibili per ritirarsi quest’anno, alcuni dei quali temporanei ed altri permanenti, evidenziando tutte le differenze.

Quanti contributi servono per andare in pensione nel 2023?

Gli attuali requisiti ordinari per andare in pensione, ovvero per accedere alla pensione di vecchiaia, che rappresenta da sempre la principale forma di previdenza pubblica in Italia erogata mensilmente dall’INPS in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi che abbiano maturato, in alternativa:

30 anni di contributi a 66 anni e 7 mesi per addetti a mansioni gravose e usuranti;
– 20 anni di contributi e 67 anni o 64 anni se si hanno i requisiti per la pensione anticipata contributiva;
– 15 anni di contributi per i quindicenni che possono accedere alla deroga Amato;
–   5 anni di contributi per chi ha 71 anni e rientra nel regime contributivo (senza contribuzione prima del 1996).

A chi rientra nel sistema misto, viene anche richiesto di aver maturato, alla data di presentazione della domanda di pensionamento, un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale; è richiesta anche la cessazione del rapporto di lavoro dipendente (non il lavoro autonomo o parasubordinato).

Quanti contributi servono per andare in pensione anticipata?

Come nel 2022, anche nel 2023 (i requisiti sono bloccati fino al 2026) la Legge Fornero permette di andare in pensione anticipata ordinaria con un’anzianità contributiva di:
– 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
– 41 anni e 10 mesi per le donne.

Per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria è prevista una finestra mobile che fa slittare la percezione del primo rateo di pensione di tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Ci sono poi altre forme agevolate di pensione anticipata, pensate per tutelare alcune categorie di lavoratori.

=> Pensione anticipata, requisiti anno per anno

Chi può andare in pensione nel 2023?

I requisiti anagrafici, in molti casi, sono soggetti all’adeguamento delle aspettative di vita. Secondo l’ultima nota di aggiornamento della Ragioneria generale dello Stato, non sono previsti scatti fino al 2026. Vuol dire che nel 2023 si va in pensione con i requisiti Fornero.

Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, inoltre, il Decreto Pensioni 2019 ha previsto che i requisiti sopra indicati restino in vigore fino al 2026 (congelamento degli adeguamenti).

Quali sono le novità per la pensione?

Il Governo per quest’anno ha sostituito Quota 102 (che permane come possibilità per chi ha maturato i requisiti entro il 2022) con la cosiddetta Quota 103, che richiede 62 anni età e 41 contributi, nonché di accettare un assegno pari al massimo a 5 volte il minimo, fino a 67 anni, circa 36.600 euro l’anno nel 2023.

Quando andrò in pensione?

Per sapere quando si potrà andare in pensione si può: richiedere un estratto conto contributivo al proprio ente pensionistico così da avere un’indicazione di massima di quanto manca al raggiungimento dei requisiti minimi; stimare online la decorrenza e l’importo della pensione con il calcolatore gratuito realizzato da PMI.it.

Quali sono i requisiti per la pensione anticipata usuranti?

Per gli addetti a mansioni usuranti, cioè caratterizzate da mansioni faticose o pesanti viene prevista la possibilità di andare in pensione anticipata con:
quota 97,6 (somma di età e contributi), ossia età minima 61 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi per i dipendenti e le dipendenti donne;
quota 98,6 ossia età minima 62 anni e 7 mesi con anzianità contributiva di 35 anni, per gli autonomi e le autonome.

Quali sono i requisiti per Opzione Donna?

Con Opzione Donna, alcune lavoratrici del pubblico e del privato possono andare in pensione con 35 di contributi maturati entro il 31 dicembre ma con l’assegno interamente ricalcolato con metodo contributivo. Le potenziali beneficiaries ono soltanto quelle che rientrano nelle seguenti categorie:

caregiver familiari di conviventi disabili o non autosufficienti;
invalide (inabili al lavoro) almeno al 74%;
in esubero (dipendenti o licenziate) da aziende per le quali è stato aperto un tavolo di crisi.

Inoltre, il requisito anagrafico è ora di 60 anni di età con sconti per le donne con figli (un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni) ed una eccezione per le dipendenti o licenziate da aziende in crisi, il cui requisito anagrafico è fisso a 58 anni a prescindere dal numero dei figli.

Importante: chi ha maturato con le vecchie regole può ancora esercitarlo (perchè si cristallizza) quest’anno o in fuuro, se vuole far aumentare il montante contributivo.

Chi ha diritto all’APE Sociale?

L’APe Sociale è la pensione agevolata che consente di lasciare il lavoro con almeno 30 anni di contributi (per i lavoratori che svolgono lavori gravosi ne servono almeno 36 anni) senza penalizzazioni e a costo zero per il lavoratore. È una misura che la Legge di Bilancio ha confermato senza modifiche anche per il 2023 per quattro categorie di lavoratori:

disoccupati involontari senza sussidio (NASpI) da almeno tre mesi;
caregiver per assistenza da 6 mesi del coniuge/partner in unione civile o parente di 1° grado convivente;
disabili pari almeno al 74%;
addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni.

Quali sono le agevolazioni per la pensione dei precoci?

I cosiddetti lavoratori precoci – coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi – possono andare in pensione anticipata con Quota 41 ovvero con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, sia per uomini che per donne. Si tratta di una misura strutturale, che resta invariata per il 2023.