Il tradizionale orario di lavoro basato sulle otto ore in ufficio, consecutive e interrotte dalla sola pausa pranzo, potrebbe non garantire efficienza e produttività sempre al top da parte di tutti i lavoratori.
=> Le regole della produttività in ufficio
La maggior parte delle professioni, infatti, sono basate su idee e momenti creativi che spesso non seguono una tabella di marcia precostituita: in casi come questi l’orario 9-18, ad esempio, può letteralmente danneggiare la creatività.
Ad affermarlo è una recente infografica (realizzata dall’azienda Podio), nella quale si legge chiaramente come lavorare per otto ore filate demolisca letteralmente la produttività, impedendo al cervello di fare pause regolari rispettando un ritmo del tutto naturale.
Proprio alla luce di questi risultati, sarebbe opportuno che ognuno eseguisse un test di autovalutazione per scoprire il suo personale “picco di produttività” (mattino, ore serali) e, sulla base di questo risultato, programmasse la sua giornata lavorativa.
Anche le pause dovrebbero essere stabilite secondo un modello preciso, scegliendo tra break di 15 minuti collocati a intervalli regolari oppure affidandosi alla celebre “Tecnica del pomodoro” per spezzare la giornata in segmenti di mezzora (25 minuti di concentrazione totale e 5 minuti di riposo: dopo quattro sessioni una pausa di 15-20 minuti).
E ancora, si potrebbero programmare sessioni di lavoro di 90 minuti da dedicare a un unico progetto, concedendosi dopo ciascuna 20 minuti di pausa.