Si parla tanto dell’importanza di un mondo connesso, con dispositivi di ogni tipo pronti a migliorare il quotidiano e come possibile fonte di investimento di grande interesse. Ma il mondo di Internet of Things scatena una grossa problematica riguardante la sicurezza.
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Più si è connessi più si è vulnerabili. Secondo l’indagine condotta da Yarix entro il 2016 arriveranno a 6,4 miliardi i dispositivi connessi, con un incremento del 30%. Mirko Gatto, amministratore delegato di Yarix, delinea lo scenario futuro «Nel 2016 ci aspettiamo di vedere un ulteriore sviluppo di exploit e malware che colpiscono protocolli di comunicazione tra questi dispositivi. Gli attacchi cresceranno in quantità e complessità e l’IoT sarà il terreno fertile nel quale le vulnerabilità dei dispositivi consumer collegati verranno sfruttate per ottenere un punto d’appoggio all’interno delle reti aziendali e di hardware a cui si connettono».
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Per questo occorre fin da subito puntare alla sicurezza, implementando i dispositivi capaci di neutralizzare i cybercriminali. Avere una figura di riferimento in questi casi diventa fondamentale, in modo da fronteggiare le possibili crisi in modo efficace ma anche e soprattutto per prevenire potenziali attacchi.
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Tra gli attacchi individuati da Yarix vi sono quelli di minor impatto, come la messa fuori uso di un access point aziendale, a quelli riguardanti l’immagine del brand e la reputazione on line, fino ad arrivare a conseguenze di portata maggiore, come eventuali attacchi mirati a sistemi di controllo industriale.