La crescente digitalizzazione in azienda permette di migliorare l’organizzazione lavorativa eppure in questo incremento della tecnologia la sicurezza non sta andando di pari passo. Sono sempre di più le aziende a sentirsi vulnerabili e a non sapere come fronteggiare il pericolo della perdita dei dati o gli attacchi di cyber criminali.
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Secondo lo studio Creating trust in the digital world, condotto da EY, la situazione appare peggiorata rispetto allo scorso anno. Nel dettaglio si temono sempre di più le organizzazioni criminali, con un 30% in più rispetto all’anno scorso mentre si guarda con meno sospetto agli attacchi da parte dei dipendenti che passano dal 70% al 47%.
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Fabio Cappelli, Partner EY e responsabile Cybersecurity per l’Italia, commenta «Le aziende devono sviluppare una forte consapevolezza di minacce e relativi impatti sul business nonché una chiara strategia di sicurezza in quanto il furto di proprietà intellettuale ha effetti devastanti sul successo di un’azienda e la perdita di dati e le successive attività di recupero hanno conseguenze rilevanti anche dal punto di vista economico.La cybersecurity, quindi, è diventata un fattore cruciale nella protezione del valore delle aziende e nella protezione del Paese».
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Nonostante i timori si nota però poca attenzione al problema della sicurezza. Per quanto riguarda i dati italiani infatti il 50% sostiene di non disporre di funzioni o figure dedicate alle minacce di sicurezza relative alle nuove tecnologie, il 33% non dispone di un Security Operations Center e il 38% non ha attivato un programma di cyber-threat intelligence, infine il 17% dichiara di non avere un programma di gestione delle identità digitali e degli accessi.
Non c’è tempo da perdere quindi, la sicurezza deve diventare uno degli obiettivi del 2016, con un budget ad essa dedicato e l’inserimento di figure professionali capaci di gestirla.