Riuscire a superare le difficoltà in ambito lavorativo richiede molta lucidità. L’insieme di elementi che possono causare problemi rischia infatti di mandare in confusione. Per questo adottare strategie di risoluzione può essere molto utile.
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Un metodo sempre valido è quello dei cinque perché. Sviluppato dal fondatore della Toyota, Sakichi Toyoda, alla fine degli anni quaranta, ha goduto di grande diffusione fino agli anni novanta per poi essere dimenticato per qualche tempo. Ultimamente è stato rivalutato e conosce nuova vita, dimostrando una validità senza tempo.
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Il metodo è molto essenziale, si basa sulla reiterazione della domanda ”perché?” per almeno cinque volte. Il numero scelto da Toyoda si basa sulla statistica da lui sperimentata secondo la quale alla quinta domanda la soluzione veniva finalmente scovata. In realtà ci sono problemi per cui basta rispondere due o tre volte, ed altri che invece necessitano di più domande. L’obiettivo non deve essere mai quello di trovare un responsabile, ma si deve partire dal presupposto che l’errore sta in tutta l’organizzazione. I perché devono essere individuati da tutti i componenti del team e possono anche seguire strade diverse. Può accadere infatti che una domanda abbia due risposte, in questo caso bisogna sviluppare entrambe i filoni.
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Nello sviluppare il metodo dei 5 perché bisogna cercare di essere il più obiettivi possibile, evitando pregiudizi e ipotesi, ma lasciando raccontare i fatti per quello che sono. Solo così si riuscirà a conoscere il vero nocciolo del problema.