La psicologia del lavoro in Italia

di Rosaria Di Prata

15 Maggio 2009 10:30

La psicologia del lavoro rende la figura dello psicologo stabile all'interno dell'azienda, al fine di migliorare il benessere del manager e dei lavoratori in genere, per una migliore operatività

Il lavoro ha rappresentato, sin dall’inizio della storia umana, una parte integrante della vita. L’uomo “lavorava” per sopravvivere, poi nella successione delle varie fasi storiche, grazie alla Rivoluzione Industriale ha iniziato a significare anche benessere, ma anche condizioni lavorative traumatiche per molti operai. È proprio con la nascita dell’industria che si inizia a sviluppare la psicologia del lavoro, poiché iniziò da subito ad interessarsi delle condizioni dei lavoratori.

In questa determinata fase si cerca anche di capire come l’uomo, soggetto, si relazionasse a questa nuova realtà: l’ambiente lavorativo. Iniziano così a nascere le prime riviste che si occupavano di ciò che ruotava attorno al problema e inizia anche l’interesse verso le prime organizzazioni di lavoratori che decidono di coalizzarsi per ottenere dei diritti, si tratta in realtà delle prime forme “rudimentali” di sindacato.

Quello che oggi rappresenta la psicologia del lavoro in Italia, si origina proprio dal passaggio precedentemente illustrato, perché partendo da questa fase gli psicologi iniziano sempre più ad interessarsi della crescita ma anche della soddisfazione dei lavoratori. Oggi la realtà ci conduce verso una concezione rafforzata e solidificata, lo psicologo analizza il soggetto e il suo relazionarsi all’interno dell’ azienda.

È lui che è diventato elemento stabile all’interno dell’organizzazione e si occupa dell’inserimento dei nuovi lavoratori e spesso anche della loro selezione. La struttura organizzativa aziendale diventa sempre più completa e complessa, quindi si rende necessario l’ausilio di personale qualificato a verificare l’attitudine verso il lavoro che dovrà svolgere.

La psicologia aziendale si confronta con la sociologia ma anche con l’economia, per affrontare i temi che riguardano l’interazione tra organizzazione e ambiente, l’efficacia organizzativa, la strategia d’innovazione e la motivazione al lavoro.

Particolare rilevanza è data dal benessere psicofisico degli operatori, poiché influisce in maniera determinante sul perseguimento degli obiettivi lavorativi. La psicologia aziendale segue di pari passo l’evoluzione dei metodi delle strutture organizzative aziendali, che si rinnovano per adeguarsi ad un nuovo format. Oggi attraverso il supporto della psicologia si facilita la coesione e si migliora il processo relazionale dell’intera struttura.

Ovviamente i miglioramenti nel settore sono stati possibili grazie alle esperienze del passato, e alla previsione dei possibili mutamenti in futuro, quando si affronta il tema della psicologia del lavoro si parla di un sapere specialistico e di un autonoma identità professionale. Se un tempo applicava teorie e metodi oggi osserva e cerca di migliorare i comportamenti umani finalizzati alla produttività. Un percorso di osservazione che permette di capire e studiare la realtà aziendale cercando di applicare delle metodologie comportamentali capaci di far vivere al soggetto la realtà lavorativa in maniera serena, per rendere più proficuo il suo operato.