Risorse umane: Senior, Millennials e scontro generazionale

di Teresa Barone

18 Marzo 2013 10:00

Si attenuano i confitti generazionali tra i giovani digitalizzati e i lavoratori maturi: ecco i risultati di uno studio Randstad USA.

Una ricerca condotta da Randstad rischia di far cadere tutte le credenze in materia di conflitto generazionale in azienda: forse tra i Millennials e i Senior non scorre sempre buon sangue, ma le affinità tra le due categorie sono molto più numerose di quanto si creda.

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I Millennials, vale a dire i giovani appartenenti alla fascia di età compresa tra i 18 e i 30 anni, digitalizzati e immersi totalmente nella tecnologia tanto da farla diventare, spesso, il loro unico mezzo di comunicazione, condividono con i lavoratori più “maturi” sia la dedizione per la propria professione sia la costante voglia di migliorarsi.

Lo studio, basato sul coinvolgimento di oltre 3400 lavoratori statunitensi di età superiore ai 18 anni, sottolinea come al 75% dei giovani e al 90% dei Senior piaccia recarsi in ufficio tutti i giorni, mentre la percentuale di coloro che è si definisce positivo e ottimista sul lavoro è pari, rispettivamente, al 69% e al 64% (per le altre categorie generazionali la media scende fino al 53%).

Ancora più interessante è notare come Millennials e Senior abbiano le medesime idee per quanto riguarda le competenze necessarie per avanzare nella carriera: flessibilità e adattabilità, conoscenza della tecnologia e capacità di leadership.

Per quanto riguarda le differenze tra le due generazioni, invece, Millennials e Senior sembrano non mostrare la stessa capacità di rimettersi in gioco anche cambiando lavoro: solo il 20% dei lavoratori maturi, infatti, prenderebbe in considerazione un nuovo impiego, contro il 47% dei giovani. Anche sui benefici del telelavoro, infine, le opinioni discordano.

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Jim Link, direttore delle risorse umane per Randstad USA, sottolinea come la comprensione delle affinità e delle differenze tra le varie generazioni in azienda sia fondamentale per una  migliore gestione e valorizzazione del capitale umano, soprattutto in un momento che vede l’età pensionabile allontanarsi progressivamente.

Per le aziende è fondamentale prendere nota delle caratteristiche distintive, delle motivazioni e delle prospettive di ogni gruppo anagrafico, così come degli atteggiamenti e desideri comuni sul posto di lavoro.