La quattordicesima edizione di Fieracavalli Verona ha aperto i battenti all’insegna del benessere, per bambini, famiglie e anche manager. Un intero padiglione ha visti coinvolti oltre 20mila appassionati di equitazione.
Grazie all’iniziativa “Un cavallo per amico“, organizzata da Veronafiere in collaborazione con Comune e Provincia di Verona e Banca Popolare di Verona, nelle serate di giovedì 8 e venerdì 9 novembre i manager hanno potuto assistere agli spettacoli e ai percorsi dedicati sia al cavallo, sia alla natura e all’ambiente in generale.
Un modo alternativo per imparare cose nuove a livello relazionale, soprattutto per capire come fondare le proprie azioni lavorative sulla partecipazione, creando una mission condivisa, infondendo il senso dell’obiettivo e dell’appartenenza, migliorando la comunicazione e le capacità di ascolto, prestando attenzione ai segnali del gruppo e al clima.
Il particolare rapporto con il cavallo può aiutare a capire come agire a livello di team, sviluppando la capacità di lavorare in gruppo (team working), la capacità di pianificare in modo efficace il proprio lavoro, orientarsi verso i risultati e gli obiettivi e a riconoscere i diversi stili di leadership e di problem solving. A livello personale interagire con il cavallo aiuta a sviluppare capacità di autocontrollo e di gestione dello stress, capacità di adattamento, flessibilità e reattività.
Senza contare che interagire con i cavalli aiuta le donne a stare meglio e aiuta addirittura a curare certe patologie che colpiscono a ogni età. Così Fieracavalli è stata un’occasione anche per approfondire il tema dell’ippoterapia: il Centro di referenza nazionale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IzsVe) ha spiegato nei dettagli il progetto che punta ad assistere alcuni malati o alcuni tipi di disabili con i cavalli. Ha detto Lino Cavedon, psicologo e psicoterapeuta del Centro di referenza: «Per le donne in terapia avvicinarsi a questi 4 zampe per prendersi cura di loro è di notevole aiuto. In termini tecnici si chiama “grooming” e comprende la spazzolatura, la vestizione e la sellatura degli animali».
Fra le malattie per le quali la ippoterapia è indicata c’è l’autismo, la depressione, i traumi psicologici derivanti dalle operazioni di asportazione del seno, varie difficoltà motorie o addirittura psichiatriche. Prendersi cura di un cavallo – che in alcuni casi comprende anche il cavalcare – aiuta poi a trattare i disturbi del comportamento alimentare, la sclerosi multipla e i disturbi della personalità di giovani donne.
In Italia questa terapia è più utilizzata di quanto si pensi, visto che ci sono già circa 200 centri destinati a questo – prevalentemente in Lombardia e in Veneto – con un migliaio di cavalli a disposizione. A svolgere funzione terapeutiche sono anche gli asini, protagonisti di ciò che in termini medici si chiama onoterapia: anche in questo caso, la funzione curativa di questi piccoli equini è spiegata alla Fiera di Verona dall’Associazione “Asini si nasce” con 46 sedi in Italia e 2.500 associati. Questi animali, solitamente mansueti, docili e di dimensioni inferiori al cavallo, sono talvolta impiegati in trattamenti terapeutici anche nelle case di riposo o nei centri per bambini.