Il 96 per cento dei dirigenti a livello mondiale crede che creare una forza lavoro diversificata possa incrementare le prestazioni e giovare alla produttività, tuttavia è ancora bassa la percentuale delle aziende che mette in pratica questo concetto ponendo alla base delle strategie di recruiting proprio la diversità, non solo dal punto di vista del genere sessuale o della razza, ma anche dell’età e della disabilità.
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Lo afferma uno studio condotto dall’Istituto Korn/Ferry su un campione di oltre 400 dirigenti attivi in tutto il mondo, ricerca che ha messo in evidenza come solo il 25% delle società protagoniste dell’indagine abbia messo in pratica incentivi concreti per favorire la diversità:
«Siamo incoraggiati dal fatto che quasi tutti i dirigenti intervistati riconoscano che avere un ambiente di lavoro diversificato possa rappresentare un vantaggio strategico nel mercato, ma allo stesso tempo manager e dirigenti responsabili hanno ancora molto lavoro da fare per creare incentivi finalizzati a tale scopo.»
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I risultati della ricerca si allineano perfettamente con quanto dimostrato da un altro recente studio promosso da Forbes che ha monitorato le opinioni di 321 top manager di grandi aziende a livello globale: assumere una forza lavoro più diversificata, stando a quanto rivelato dalla ricerca, è la chiave per promuovere l’innovazione in azienda.