La maggior parte dei lavori cela una o più mansioni, incarichi non immediatamente resi noti al dipendente che corrispondono, in realtà, a svariati compiti in più da svolgere quotidianamente. Si tratta di incombenze non descritte all’interno dell’annuncio di lavoro e non menzionate in fase di colloquio dagli stessi responsabili delle risorse umane, doveri che rappresentano invece ulteriori responsabilità per i lavoratori.
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Le conseguenze di una simile politica sono tuttavia pesanti sia per i dipendenti sia per gli stessi manager, costretti a fare i conti con possibili cali di rendimento e con performance professionali non ottimali.
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Facendo in modo che un dipendente svolga anche mansioni non previste inizialmente porta a notevoli difficoltà nel portare a termine i singoli progetti: a venire meno, infatti, è la capacità di focalizzare l’attenzione sulle priorità con la conseguente dispersione di energie.
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Evitare questo tipo di inconvenienti è possibile solo cercando di essere disponibili e aperti nei confronti dei collaboratori fin dal loro ingresso nella squadra, mostrando trasparenza e sincerità nella descrizione degli incarichi: da parte del manager, quindi, ci dovrebbe essere sempre chiarezza in materia di sfide, obiettivi, ruoli e aspettative.
Pena la perdita di produttività e il rischio di allontanare anche i migliori talenti.