

Come immaginano il boss ideale i giovani lavoratori alle prese con le prime esperienze professionali? Inutile a dirlo, il capo perfetto è autorevole e sa ascoltare, è amichevole ma in grado di motivare e spronare.
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L’identikit del boss ideale emerge da un’indagine condotta da Hays su un campione di mille giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni la cosiddetta Generazione Y chiamata a tracciare il ritratto del datore di lavoro che tutti vorrebbero avere.
Un sondaggio che si concentra sulle preferenze dei lavoratori alle prime esperienze che – come sottolinea Carlos Soave (managing director di Hays): «Hanno contratti temporanei e occupazioni spesso precarie, cambiano lavoro anche due o tre volte in pochi anni, è più facile quindi che si imbattano in stili manageriali diversi».
Se il 51% degli intervistati afferma che il boss perfetto debba essere un mentore e un consigliere fidato, per il 47% deve saper spronare e valorizzare il lavoro di tutti. Solo un giovane su dieci, invece, preferisce il classico capo autoritario e maniaco dell’organizzazione, mentre un buon 44% chiama in causa una qualità fondamentale, l’onestà.
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Un ultimo dato: il 42% dei giovani interpellati ammette di apprezzare un capo competente con un ricco bagaglio di esperienza alle spalle.