I social network rappresentano una valida risorsa di “approfondimento” in fase di selezione del personale, una fonte di informazioni utile ai manager per tracciare un profilo più completo dei candidati e anche una possibile strategia per trovare lavoro.
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Ma cosa succede se i vari Facebook, Twitter e LinkedIn danneggiano la carriera tanto da precludere assunzioni o promozioni? La lista dei possibili errori è lunga e sono proprio i responsabili delle risorse umane a elencarli.
1. Attività illegali: non sono rari i casi di candidati esclusi dal processo di selezione perché sorpresi a condividere immagini e informazioni relative ai loro passatempi poco leciti.
2. Errori grammaticali: la lettura di un post sgrammaticato può rappresentare un valido deterrente per un’assunzione, indicando anche una scarso interesse verso la cura dei dettagli.
3. Comportamenti lascivi: foto di nudo o immagini prive di moralità non sono mai un bel biglietto da visita.
4. Lamentele sul proprio lavoro: non è indice di professionalità pubblicare commenti poco positivi in merito all’attività lavorativa, così come “colpire” verbalmente gli ex datori di lavoro.
5. Condividere segreti aziendali: un’attività certamente compiuta dai dipendenti sui quali non possibile fare affidamento.
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6. Mancanza di presenza sui social media: anche la totale assenza di attività “social” non è considerata positivamente e i recruiters potrebbero porsi interrogativi del tipo: il candidato ha forse qualcosa da nascondere?