

Il benessere e la soddisfazione dei lavoratori dovrebbe rappresentare una delle priorità dei manager e dei datori di lavoro in generale, consapevoli di quanto la carenza di entusiasmo e lo stress possano influire negativamente sulle prestazioni dei dipendenti.
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Un’indagine Istat ci informa proprio sulle categorie di lavoratori più insicuri e insoddisfatti, rendendo noto come i telefonisti e gli addetti ai call center siano generalmente meno felici del loro lavoro rispetto ai “colleghi” impegnati in altre mansioni.
I dati Istat-Isfol relativi al 2012 e al 2013, contenuti nel report “Le professioni in tempo di crisi: competenze, abilità e condizioni di lavoro“, mostrano come entrambe le categorie di lavoratori abbiano totalizzato un povero 24,5 in una ipotetica scala di gradimento da 0 a 100, collocandosi al primo posto anche nella classifica dei più insicuri.
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Tra i meno soddisfatti compaiono anche i venditori, i lavoratori domestici, gli impiegati negli uffici giudiziari e statistici, il personale museale addetto a mansioni tecniche. A dare poche certezze, inoltre, sono anche le professioni legate al mondo dello spettacolo, mentre chi lavora in ambito universitario, nelle ambasciate e nella magistratura, come anche nel settore della pubblica sicurezza, sembra mostrare una maggiore sicurezza.