Lo stalking in ambito lavorativo rappresenta un disagio per un numero crescente di persone, soprattutto donne, tanto da coprire il 15% degli atti persecutori che hanno origine proprio sul lavoro, secondo quanto affermato dall’Osservatorio sullo Stalking.
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Le cifre rese note recentemente non sono rassicuranti: l’Istat sostiene che siano 1 milione e 300 mila le donne che, almeno una volta, sono state vittime di molestie e stalking sul lavoro a opera di un collega o del capo.
Il fenomeno è più comune nelle grandi città del Nord Italia e all’interno degli uffici della pubblica amministrazione, ma il 91% sceglie di non denunciare le pressioni subite per timore di perdere il lavoro.
Quali risorse hanno a disposizione i lavoratori per dimostrare azioni di stalking? Certamente occorre raccogliere lettere, e-mail, SMS, tabulati telefonici e preferibilmente assicurarsi una o più testimonianze.
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Si tratta di dati e informazioni ricordate in occasione dell’iniziativa promossa da Whooming per il 1 maggio: accesso gratuito alla App per una settimana a beneficio degli utenti che si sono registrati in giorno della festa dei lavoratori. La risorsa consente di registrare le telefonate moleste e identificare chi chiama, consentendo alle vittime di stalking di procedere con indagini e accertamenti.