Dedicarsi alla carriera, ottenere altissimi risultati e continuare sempre a crescere avendo però la sensazione di non meritare tutto questo, di non essere altro che degli impostori a cui tutto, primo o poi, verrà tolto.
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La sindrome dell’impostore non è un vero e proprio disturbo mentale, ma crea un disagio esistenziale e mette in difficoltà soprattutto le donne di successo. Le circostanze esterne di certo non aiutano, facendo apparire le donne in carriera come delle macchiette, donne di ferro incapaci di essere autoritarie e femminili allo stesso tempo.
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Secondo il Global Entrepreneurship Motor Women’s Report le donne sono meno incoraggiate a scegliere una carriera di alto livello, nonostante ne abbiano tutte le capacità, ripiegando su mestieri più sicuri, in cui non bisogna mettersi in gioco. Mettere in piedi il proprio business implica grande stress per chiunque quando poi si tratta di una donna entrano in campo problemi ancora più grossi, legati al sessismo e alle difficoltà di organizzare la propria vita privata in maniera soddisfacente.
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Urge un cambio di mentalità in cui la donna manager possa sentirsi non solo libera di fare carriera senza dover combattere contro le resistenze psicologiche dei colleghi maschi, ma in cui venga incoraggiata a non rinnegare il suo lato femminile, utilizzandolo invece per creare un nuovo modello di boss.