La gestione del datore di lavoro

di Francesca Vinciarelli

4 Gennaio 2017 10:30

Gestire i rapporti con il capo, ecco come fare.

Una storia che si ripete da anni ed anni, il capo prepotente l’incubo di ogni lavoratore.

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La serenità in ufficio per molti è un sogno lontano che viene travolto dalla reltà giornaliera, il clima che un capo arrogante e prepotente emana è quello di tensione,  stress e con conseguenze anche sulla stanchezza, sulla produttività e la concentrazione. Il capo prepotente è il classico dittatore che ordina in continuazione con modo poco gentile, vuole tutto senza dare mai nulla in cambio scordando il significato di motivazione e gratificazione verso i propri dipendenti. Per capire come reagire al meglio bisogna studiare chi ci si trova davanti per studiarne i punti deboli.

Rapporto capo-dipendente: come dovrebbe essere?

Molto spesso il capo si mostra sicuro fissando negli occhi l’interlocutore, questo è una tecnica per studiare il proprio collaboratore, ad esempio in questo caso non bisogna mostrare per nessun motivo insicurezze e paure, bisogna restare sicuri delle risposte che si danno e del proprio lavoro non distogliendo mai lo sguardo. Questo tipo di datore di lavoro attua tali tecniche perché il suo obiettivo è mostrare la sua forza e il suo potere, alimentare questa sua sicurezza peggiorerà solo il suo atteggiamento. La sicurezza di se stessi e delle proprie capacità è la regola numero uno per fermare le angherie del capo. Questo atteggiamento deve essere mantenuto anche davanti urla e strigliate, sopratutto quando sono ingiustificate. Infine non bisogna ridurre al minimo il proprio rendimento sul lavoro  per lo stress dovuto dai rapporti con il capo, ma al contrario bisogna concentrare tutte le proprie energie sulle proprie capacità, essere dei lavoratori eccellenti porta maggiore autostima e sicurezza, lavorare in modo contrario, cioè poco e male alimenterà la sicurezza e la cattiveria dal capo. Con il tempo, la pazienza e il duro lavoro i rapporti potrebbero migliorare, l’importante non farsi abbattere mai e continuare per la propria strada.

 

Fonte: Shuttestock