La gestione del credito bancario alle Pmi

di Tullio Matteo Fanti

3 Settembre 2008 17:00

Il convegno organizzato dall'Associazione dei docenti di economia degli intermediari e dei mercati finanziari sarà l'occasione per discutere sui cambiamenti della gestione del credito bancario alle Pmi

Il convegno organizzato dall’Associazione dei docenti di economia degli intermediari e dei mercati finanziari (Adeimf) e da Carisbo (gruppo Intesa-San Paolo), sarà l’occasione per discutere sui cambiamenti riguardanti la gestione del credito bancario alle piccole e medie imprese.

Il convegno si terrà martedì prossimo a Castel del Rio (Palazzo Alidosi); nel frattempo, Stefano Cenni, docente all’Università di Bologna e Giorgio Castaldini di Carisbo, direttore filiale imprese Imola, hanno dato un assaggio di una interessante indagine che sarà presentata nel corso dell’incontro.

Sono stati analizzati i bilanci di circa 1.300 piccole e medie imprese costituite in forma di società di capitali; nel periodo 2003-07, si è registrata una crescita annua del credito pari al 13,6%, per la precisione, un 11% per quanto riguarda la componente a breve termine e 19 per quanto concerne la componente a lungo termine.

Come puntualizzato da Cenni, le stime fanno capire come il sistema bancario locale abbia svolto appieno il suo compito. È cresciuta notevolmente la quota di piccole e medie imprese ad aver utilizzato una qualche forma di credito, in special modo per quanto riguarda le imprese piccole e micro.

Nei cinque anni posti sotto analisi, le banche sono state l’unico fornitore di credito per il 40% delle aziende del circondario, in particolar modo per le più giovani e piccole. Rimane comunque elevato il numero di piccole e medie imprese ad aver fatto ricorso unicamente al credito bancario a breve termine.

La quota di Pmi ad aver fatto ricorso al credito bancario a medio e lungo termine è passata dal 28 al 35%/, segno di come oggi le Pmi si indebitino con le banche per 2/3 a breve termine e per 1/3 a lungo termine, proporzioni che Cenni giudica adeguate nel confronto nazionale e internazionale, ma ancora insufficienti.