Esenzione e assoggettamento Irap: meglio fare chiarezza

di Nicola Santangelo

Pubblicato 22 Novembre 2010
Aggiornato 27 Gennaio 2023 12:09

Si fa sempre più labile la sottile linea di demarcazione che separa il contribuente Irap da chi, alla luce di tutte le modifiche apportate nel corso degli anni, ne è praticamente esente. E di certo il Federalismo fiscale non aiuta a fare chiarezza.

I primi furono i professionisti, seguiti dagli agenti di commercio e dai promotori finanziari. In ultimo, grazie a tre sentenze della Corte di Cassazione, a beneficiare dell’esenzione Irap sono stati i piccoli imprenditori: artigiani, coltivatori diretti e tassisti.

Nata per finanziare gran parte del Sistema Sanitario Nazionale, l’Imposta Regionale sulle Attività  Produttive sta perdendo il proprio incarico per via di una serie di sentenze della Corte di Cassazione e delle Commissioni Tributarie le quali hanno stabilito che il presupposto del tributo è dato dal dominio dei fattori produttivi. Tale definizione è stata specificamente confermata nelle relazioni intercorse fra Governo e Parlamento all’epoca della sua istituzione. Su questo principio, pertanto, sono state gettate le fondamenta per decretare il tributo che avrebbe fruttato allo Stato ben 35 miliardi di euro. Ciò, tuttavia, vuol dire che non deve pagare l’Irap chi produce reddito con il proprio lavoro ossia senza avvalersi in modo significativo di collaboratori.

Nell’ultimo periodo, a confondere le idee è intervenuto il decreto sul Federalismo fiscale all’interno del quale si parla di una riduzione o addirittura di una eliminazione dell’Irap, cosa praticamente impossibile se non per alcune regioni italiane.

In definitiva il risultato di sentenze e disposizioni normative hanno reso ancora più complicato il rapporto tra Irap e contribuente. E’ sorto, infatti, parecchio smarrimento soprattutto in quei contribuenti che si trovano a ridosso della linea di confine tracciata dalle sentenze della Corte di Cassazione e che determina l’applicabilità  o l’esenzione del tributo regionale. Il risultato di questa enigmatica interpretazione da parte delle imprese aprirebbe la strada a inevitabili (nonché inutili) contenziosi tra imprese e Fisco.

Pertanto, atteso che l’Imposta Regionale sulle Attività  Produttive non verrà  mai abolita (se non attraverso l’istituzione di una nuova norma che sostituisce interamente il tributo tanto contestato) si ritiene importante riuscire a fare massima chiarezza sull’individuazione specifica delle imprese esenti e di quelle obbligate.