Partita IVA e stato di disoccupazione: quale procedura?

Risposta di Anna Fabi

21 Novembre 2023 07:30

Simone chiede:

Sono autonomo con Partita IVA in regime forfetario (reddito sotto i 5mila euro). Mi hanno proposto un contratto a tempo determinato ma richiedono scheda anagrafica del Centro per l’impiego da cui risulti il mio stato di disoccupazione. Il documento mi è stato negato in quanto titolare di P.IVA movimentata negli ultimi 12 mesi.

Cominciamo con una premessa: le regole sullo stato di disoccupazione sono state aggiornate dal Jobs Act. L’articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2015 (“Stato di disoccupazione“)  introduce infatti la possibilità di essere considerati disoccupati (e con diritto a Diss-Coll e NASpI) senza alcuna incompatibilità con la Partita IVA ed anche con redditi da lavoro, purché esigui (vedi articoli 9 e 10 dello stesso decreto).

Il limite annuo di reddito è:

  • per attività di lavoro subordinato o parasubordinato euro 8.000;
  • per redditi da lavoro autonomo euro 4.800.

Dunque, lo stato di disoccupazione è compatibile con redditi da lavoro autonomo. Inoltre, bisogna tenere presente la Nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 2866 del 26 febbraio 2016, secondo cui:

un soggetto titolare di partita IVA non movimentata negli ultimi dodici mesi, precedenti la presentazione della DID, può essere considerato soggetto privo di impiego, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2015.

=> Disoccupazione: i requisiti di reddito per lo status

Detto questo, ad un’azienda privata serve tale attestazione nel caso si tratti di assunzioni agevolate (ad esempio, agevolazioni contributive riservate a chi assume disoccupati), di alcune formule di stage o nell’ambito di bandi pubblici. Spesso, viene richiesto il Modello C2 storico per comprovare la situazione lavorativa di un aspirante candidato.

Nel frattempo, a titolo informativo, segnaliamo che per i lavoratori autonomi in difficoltà c’è anche l’indennità ISCRO per iscritti alla Gestione Separata (esclusi da altri strumenti simili come la Dis-coll per i collaboratori).

Mentre dal 2024 cambiano i requisiti, fino al 2023 spetta alle Partite IVA che nell’anno precedente hanno maturato un reddito inferiore a 8.145 euro ed in calo di almeno il 50% rispetto al triennio precedente. I requisiti richiesti oggi prevedono che si debba essere:

  • iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS,
  • in regola con il versamento dei contributi obbligatori,
  • non titolari di pensione diretta,
  • non beneficiari di reddito di cittadinanza,
  • reddito da lavoro autonomo nell’anno precedente la domanda fino a 8.145 euro e inferiore di almeno il 50% alla media dei tre anni precedenti,
  • partita IVA da almeno quattro anni.

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Risposta di Anna Fabi