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Bonus madri lavoratrici al via: istruzioni INPS per l’esonero contributivo in busta paga

di Barbara Weisz

Pubblicato 1 Febbraio 2024
Aggiornato 7 Febbraio 2024 14:57

Bonus madri lavoratrici 2024-2026: requisiti per l'esonero contributivo, decorrenza e durata, domanda al datore di lavoro o all'INPS: le istruzioni INPS.

Ai nastri di partenza una novità di spicco del Pacchetto Famiglia inserito nella Manovra 2024, ossia il Bonus madri lavoratrici in busta paga per il 2024-2026, spettante per quest’anno anche a partire dal secondo figlio ed in misura massima pari a 3mila euro.

L’agevolazione consiste in un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dalle dipendenti a tempo indeterminato. Vediamo come funziona in dettaglio, in base alle istruzioni operative contenute nella circolare INPS 27/2024 del 31 gennaio.

Bonus madri lavoratrici 2024-2026: a chi spetta

Il Bonus madri lavoratrici introdotto dalla Legge di Bilancio (Articolo 1, commi 180 e 181) è un incentivo concepito per sostenere le famiglie. Hanno diritto all’agevolazione tutte le dipendenti del pubblico e privato, assunte con contratto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno (comprese quelle del settore agricolo, con contratto di apprendistato, socie lavoratrici di cooperative e dipendenti part-time), anche se il datore di lavoro non è un’impresa. Sono invece escluse le lavoratrici con contratto di lavoro domestico.

Per l’esonero contributivo bisogna avere almeno tre figli nel triennio 2024-2026. Per il solo 2024 si applica anche in presenza di due figli. Lo sconto contributivo si applica non solo ai nuovi nati ma, naturalmente anche se i figli sono adottivi o in affidamento.

Quando si matura il diritto

Il diritto all’agevolazione non si perde nel caso in cui, fermi restando i requisiti, un figlio esca dal nucleo familiare. E’ una delle precisazioni contenute nella circolare INPS. Il requisito si intende maturato nel momento della nascita del terzo figlio, spiega l’INPS, e a quel punto si cristallizza.

Quindi, l’esonero contributivo resta anche nei casi di premorienza dei figli o di fuoriuscita dal nucleo familiare o, ancora, nelle ipotesi di non convivenza o di affidamento esclusivo al padre.

Stesso discorso per l’esonero valido solo per il 2024 destinato alle madri con almeno due figli.

Esempi pratici

  • La lavoratrice, alla data del 1° gennaio 2024, è madre di tre figli, e il più piccolo diventa maggiorenne nell’ottobre del 2025: l’esonero trova applicazione dal gennaio 2024 all’ottobre 2025;
  • lavoratrice madre di due figli al primo gennaio 2024, il più piccolo compie dieci anni nel luglio dello stesso anno: l’esonero contributivo spetta da gennaio a luglio 2024;
  • lavoratrice al primo gennaio 2024 madre di un figlio e in attesa del secondo, che nasce in giugno. L’agevolazione si applica dal primo giugno al 31 dicembre 2024;
  • lavoratrice madre di due figli nel 2024 a cui nel marzo 2025 nasce il terzo figlio: nel 2024 si applica l’esonero previsto in presenza di due figli, nel gennaio e febbraio 2025 non spetta nessuna riduzione contributiva, da marzo invece parte l’esonero previsto in presenza di tre figli, che prosegue fino alla fine del 2026.

Quanto si risparmia in busta paga

In cosa consiste lo sgravio? Le dipendenti con almeno due figli sono esonerate dal pagamento dei contributi previdenziali a loro carico, versati invece al loro posto dallo Stato. La corrispondente quota rimane alla lavoratrice: Tradotto: si prende di più in busta paga.

Questo perché, tra gli elementi da considerare nel calcolo dello stipendio netto, c’è anche l’aliquota contributiva da versare versata al proprio ente pensionistico. L’aliquota INPS trattenuta ai lavoratori, per capirci, che è pari al 9,19% della retribuzione lorda (lo stipendio lordo diminuito dei contributi INPS, corrisponde all’imponibile IRPEF).

Con il Bonus madri lavoratrici, questa percentuale che normalmente viene trattenuta sullo stipendio sarà pagata all’ente previdenziale all’INPS e pertanto il datore di lavoro verserà una quota corrispondente direttamente nello stipendio della lavoratrice.

L”esonero è al 100% fino a un tetto di 3mila euro annui. Significa che la misura massima è pari a 250 euro al mese, riparametrata prendendo a riferimento la misura di 8,06 euro per ogni giorno di fruizione.

Secondo le stime dell’UPB (Ufficio Parlamentare di Bilancio), il risparmio potrà arrivare fino a 1.700 euro in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro, valore pressoché costante per le retribuzioni superiori.

Da quando si applica e quanto dura l’esonero

L’esonero contributivo a carico della lavoratrice sarà automaticamente applicato:

  • per il 2024, fino ai 10 anni del figlio più piccolo, per le madri con due figli;
  • per il 2024-2026, fino ai 18 anni del figlio più piccolo, per le madri con tre o più figli.

Per questo arco temporale le lavoratrici madri interessate dall’agevolazione si vedranno riconoscere un netto più alto in busta paga.

Se il rapporto di lavoro dipendente interviene successivamente alla nascita del secondo o terzo figlio, l’agevolazione si applica dal primo mese di assunzione. Esempio: se la nascita del secondo figlio avviene l’11 giugno 2024 e il rapporto di lavoro dipendente è instaurato a decorrere dal primo settembre 2024, l’esonero parte dal 1° settembre e prosegue fino al 31 dicembre 2024.

Bonus incompatibile con taglio cuneo fiscale

Il bonus è compatibile con altre agevolazioni, ad esempio quelle sulle assunzioni, ma non con il taglio del cuneo fiscale previsto sempre dalla Manovra 2024 (che arriva ad un massimo di 247 euro al mese).

Però dal mese successivo all’eventuale decadenza dall’agevolazione per le lavoratrici madri (ad esempio, per il compimento della maggiore età del figlio più piccolo), si può applicare il taglio del cuneo contributivo.

Come fare domanda al datore

E’ la lavoratrice che, in presenza dei requisiti, effettua la richiesta al datore di lavoro l’applicazione dell’esonero, semplicemente comunicando il numero dei figli e i relativi codici fiscali.

Il datore di lavoro esporrà quindi i dati nelle denunce retributive. La circolare INPS dettagli tutte le istruzioni operative per la compilazione del flusso Uniemens.

La lavoratrice, se lo preferisce, può anche comunicare i dati direttamente all’INPS, utilizzando un apposito applicativo, in via di implementazione.