
La busta paga 2023 diventa più pesante per i lavoratori subordinati con reddito lordo annuo fino a 35mila euro, grazie al nuovo taglio del cuneo fiscale previsto dalla Legge di Bilancio 2023, con un ulteriore incremento dello stipendio netto per chi arriva ad un reddito di 20mila euro: si tratta di uno sgravio del 2% e 3%, rispettivamente, sui contributi a carico del lavoratore, normalmente trattenute sullo stipendio.
Taglio cuneo fiscale: sgravio contributivo sullo stipendio
Il taglio del cuneo fiscale 2023 va a sostituirsi all’esonero contributivo istituito inizialmente dal Governo come misura contro il caro prezzi (prima allo 0,8% in tempo Covid, poi portato al 2% nel secondo semestre 2022), dal 1° gennaio 2023 spettante per tutto l’anno ai dipendenti che rientrano nelle fasce di importo retributivo lordo sopra indicate, calcolato su base mensile (nel senso che lo sgravio può spettare per un mese ma non per un altro se si sfora anche di un euro la soglia massima prevista).
Vediamo i dettagli della misura ed una simulazione di calcolo per l’aumento dello stipendio netto in busta paga.
A chi spetta l’agevolazione in busta paga
L’esonero del 2% sulla trattenuta ordinaria in busta paga per i contributi INPS a carico del lavoratore (di norma versati in misura pari al 9,19% della retribuzione lorda mensile percepita per il settore privato e 8,8% nel pubblico) spetta ai lavoratori in forze con contratto di assunzione di lavoro subordinato (i dipendenti e assimilati) che abbiano una retribuzione mensile non superiore a 2.692 euro lordi parametrati su 13 mensilità. L’esonero sale al 3% se l’imponibile del mese non sfora i 1.923 euro. Il riferimento per la retribuzione mensile è l’imponibile ai fini previdenziali.
Sono ricompresi tutti i rapporti di lavoro subordinato (compresi quelli di apprendistato o per lavoro agricolo) in forza presso qualunque datore di lavoro pubblico e privato, anche non imprenditore. Sono invece esclusi i lavoratori domestici.
Taglio cuneo fiscale: di quanto aumenta lo stipendio
La riduzione dell’aliquota in busta paga comporta uno stipendio netto più alto. Come detto, la verifica del requisito da parte del datore di lavoro va fatta ogni mese, sulla base della retribuzione lorda spettante per ciascuna mensilità.
Cuneo fiscale 2023
Il taglio del cuneo fiscale nel settore privato, applicato mese su mese, si traduce nel seguente sconto INPS a beneficio del lavoratore:
- Con retribuzione imponibile previdenziale entro i 2.692 euro, la trattenuta a titolo di contribuzione sarà del 7,19%;
- Con imponibile non eccedente i 1.923 euro mensili, la trattenuta è del 6,19% (si tagliano tre punti).
Lo sgravio è applicato a parte anche sulla tredicesima di dicembre, mensilità che il datore dilavoro dovrà scorporare dal tetto massimo per la verifica del taglio del cuneo fiscale sullo stipendio. In pratica, sulla tredicesima il taglio del cuneo fiscale si applica separatamente.
Cuneo fiscale 2023: simulazione importi
Prendendo a riferimento le due soglie (rapportate alle soglie mensili sopra indicate), in termini assoluti (ossia senza tenere conto dello sgravio già applicato nel 2022), il taglio delle trattenute sarebbe il seguente:
- per imponibili annui di 20.000 euro, si ottengono 600 euro lordi annui di trattenute in meno, per un risparmio mensile (su 13 mensilità) di circa 46 euro lordi, pari ad un netto di circa 43 euro al mese.
- per imponibili annui di 35.000 euro, si ottengono 960 euro complessivi in più, pari ad un lordo mensile di 73,84 euro che, al netto, diventano circa 73 euro al mese.
Ovviamente, le somme diminuiscono o aumentano in proporzione allo stipendio.
Cosa cambia rispetto allo stipendio 2022? Considerato che nel 2022 era già applicato uno sgravio del 2% sui redditi fino a 35mila euro, gli aumenti netti si configurano nel seguente modo:
- redditi di 20mila euro: aumento di 32,92 euro al mese,
- redditi di 35 mila euro: nessuna variazione.
Il beneficio maggiore ricade nella fascia di reddito tra 25mila e 35mila euro, con un guadagno di 41, 15 euro al mese.