I Navigator assunti in Italia per operare nei Centri per l’Impiego e fornire assistenza ai percettori di Reddito di Cittadinanza sono in diminuzione di oltre un terzo, nonostante il rinnovo del contratto: secondo le rilevazioni ANPAL, si registra un boom di dimissioni in seno a questo particolare ambito dell’impiego pubblico a tempo determinato.
Al 31 dicembre 2020 risultano 2.686 Navigator contrattualizzati in servizio, suddivisi in 481 Centri per l’Impiego (CPI), mentre ammontavano a 1.870 unità il 21 marzo 2022. Rispetto alle 2.978 risorse contrattualizzate nel 2019, inoltre, sono state conteggiate 1.108 dimissioni a distanza di appena due anni, un fenomeno che ha causato evidenti ricadute anche sugli ingenti costi sostenuti per la selezione iniziale e pari a 808.601 euro.
Il costo totale dei Navigator dal primo settembre 2019 al 31 dicembre 2020 è stato pari a oltre 149.157.445 euro, considerando non solo la selezione ma anche la formazione, l’equipaggiamento e la gestione amministrativa di queste figure professionali.
Come si legge nella relazione della Corte dei Conti sul report ANPAL, la ragione principale delle dimissioni deve essere ricercata nell’aspirazione a sbocchi professionali di più ampio respiro: trattandosi di personale laureato, è probabile che abbia trovato lavori più stabili e con inquadramenti più favorevoli.