E-commerce e web, banco di prova per manager innovativo

di Andrea Boscaro

17 Luglio 2009 10:00

Il commercio elettronico rappresenta uno dei "segnali deboli" di un mercato e di una società che cambiano. Segnali che devono essere interpretati dal manager che vuole cavalcare l'innovazione e portare la propria azienda nel futuro

Il giovane manager, per caratteristiche anagrafiche o per genetica propensione a cogliere il futuro che già si scorge tra le pieghe del presente, non può non affrontare le opportunità e le sfide che oggi la Rete sottopone all’impresa sul piano della comunicazione e sul piano dello sviluppo del business.

Obiettivi: aumentare la conoscenza del brand, dei nostri prodotti e dei nostri servizi, incrementare gli accessi al punto vendita, attivare quei meccanismi di fidelizzazione e di viralità consentiti dalle dinamiche web. Non solo commercio elettronico quindi, ma anche info-ecommerce ed utilizzo dei social media pur in una dimensione legata alle nostre vendite lasciando qui in secondo piano l’apporto di comunicazione che la pubblicità e le pubbliche relazioni online posso apportare al media mix della nostra azienda.

Non solo e-commerce, certo, ma soprattutto e-commerce. Un fenomeno che, avendo raggiunto i 6 miliardi di euro di giro d’affari in Italia nel 2008 non sta conoscendo la crisi, ma anzi, per la sua natura anti-ciclica, rappresenta un orizzonte di opportunità che la congiuntura attuale accelererà e porterà definitivamente a compimento. I sintomi ci sono ormai tutti: ingresso di produttori e distributori tradizionali nel mercato B2C, crescita di settori un tempo considerati difficili come la moda e l’abbigliamento ( 43% nel 2008), adozione di strumenti in grado di minimizzare le truffe e, segnale ancor più importante, riconoscimento da parte dei media della inesorabilità della crescita di un settore che ormai in Italia vede 5 milioni di persone acquistare sulla Rete.

Gli utenti italiani infatti continuano a esprimere soddisfazione per le proprie esperienze di acquisto e spesso sono costretti a rivolgersi a siti stranieri (con un saldo negativo sulla bilancia commerciale di ben 1 miliardo di euro) in assenza di un’offerta domestica ed in presenza persistenti inefficienze della logistica. Le PMI, ad oggi le vere assenti, sono invece le grandi beneficiarie potenziali dell’apertura di questo canale sul fronte dei minori costi di acquisizione del cliente e del limitato conflitto di canale, aspetto questo che rappresenta spesso l’ostacolo per la grande azienda.

Senza dimenticare che il Web rappresenta un eccellente banco di prova per il manager nel rendere la propria organizzazione più efficiente sotto il profilo delle performance e più capace di parlare lo stesso linguaggio del consumatore finale.