Su internet “vince chi sa pensare globale”, chi “è in grado di proporre i propri prodotti oltre i confini nazionali”. Perché “un mercato oggi è individuabile per interessi, non per nazionalità”. Quindi, “la geografia della rete genera una nuova toponomastica e saranno sempre piu’ le aziende in grado di interpretare questi nuovi ambienti coloro in grado di vincere la competizione nel proprio settore”. Parola di Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, che in occasione dell’evento di apertura della Social Media Week di Roma, dedicato al tema “ecommerce: la crisi si batte online” ha proposto una lettura a 360 grado del mercato e del modo in cui si sta sviluppando.
Esordisce spiegando: “mi occupo di commercio elettronico da quando il fenomeno ancora non esisteva in Italia”. Dunque ha vissuto prima il facile entusiasmo per le .com, poi la fase di scetticismo seguita allo scoppio della bolla. E ora, spiega, finalmente si respira “un sano, normale equilibrio che porta a considerare un settore per le sue connotazioni imprenditoriali in un contesto che lo vive sempre più come normalità”. A questo proposito, ricorda i dati dell’indagine sul settore nel 2010: 6,5 miliardi di euro, con una crescita del 15%, otto milioni di acquirenti online.
Ma gli utenti di internet sono molti di piu’, e soprattutto navigano in “un mondo senza confini”, nel quale “giganti come Google, Apple, Amazon si muovono con strategie globali”, consapevoli del fatto che “oggi io possono comprare prodotti in ogni parte del globo”.
E qui si inserisce il discroso relativo alle sfide, e alle opportunità, che si presentano per le aziende: “il fenomeno del passaparola mai come in rete ha trovato il suo spazio ideale per orientare i consumi del miliardo e mezzo di persone che sono online”. Si tratta, secondo Liscia, di un fenomeno che ha “immense potenzialità”. Il punto di partenza è che bisogna usare strumenti adeguati, perchè la “disintermediazione informativa, dopo aver minato alle basi il sistema dei media e dell’informazione, oggi sta arrivando a minare le fondamenta del marketing”. In rete il consumatore acquisisce potere, “la sua esperienza sui prodotti e servizi acquistati sarà sempre piu’ ascoltata, condivisa, confrontata e comparata con le versioni ufficiali”. E se un tempo una campagna di advertising poteva si’ essere messa a dura prova dal passaparola negativo, ma “ci volevano degli anni, addirittura decenni”, oggi con la rete “la velocità puo’ essere quasi istantanea”.
Conclusione: “tutto questo va studiato con estrema attenzione, senza facili entusiasmi e senza buttare alle ortiche tutto il know how tradizionale” ma con la consapevolezza che stiamo già vivendo un passaggio epocale che è “sempre piu’ globale, sociale e, direi soprattutto finalmente, normale”.