Perugina: se scegli il part time, assumiamo tuo figlio

di Andrea Barbieri Carones

24 Luglio 2012 10:30

La Perugina intende proporre l'assunzione di un figlio in azienda a quei dipendenti che si riducono l'orario di lavoro su base volontaria.

Di fronte alle sfide del mercato e alla crisi economica e occupazionale, Perugina – azienda con un migliaio di dipendenti  che dal 1988 fa parte del gruppo Nestlè – ha proposto a impiegati e operai un volontario taglio alle ore di lavoro in cambio dell’assunzione di un figlio. In pratica, chi sceglierà di lavorare 30 ore settimanali invece che 40 in questa storica fabbrica del cioccolato fondata a Perugia nel 1907 potrà iniziare a dare un futuro ai propri figli, che potranno metter piede nello stabilimento di San Sisto, vicino al capoluogo umbro.

“A fronte dello slittamento delle pensioni, che rischia di sbarrare la strada alle occasioni di lavoro per i giovani – dice una nota aziendale – la nostra misura messa davanti ai sindacati vuole essere una risposta seria, responsabile e coraggiosa in un momento di difficoltà per l’economia, non solo in Umbria e in Italia, ma in molti Paesi europei”.

La risposta del sindacato Cgil non si è fatta attendere e si configura in un rifiuto di accettare tale proposta perché, secondo i vertici dell’organizzazione, “baratta i diritti acquisti negli anni da parte dei lavoratori dello stabilimento con una prospettiva di lavoro flessibile per i figli. Innanzitutto non risolve né i problemi occupazionali né quelli della fabbrica; in secondo luogo, se Perugina vuole guardare al futuro deve realizzare investimenti e fare un piano industriale che favorisca nuove assunzioni, senza penalizzare nessuno”.

Il sindacato lamenta anche il fatto che in seguito ai processi di mobilità e di riorganizzazione, l’età media nello stabilimento di San Sisto si è abbassata, al punto che la stragrande maggioranza dei figli dei dipendenti sono ancora minorenni.

Gianluigi Toia, responsabile delle relazioni sindacali di Perugina, ha spiegato che l’azienda vuole proporre ai dipendenti un cambiamento su base volontaria del contratto, che passerebbe da full time a part time con una media di 30 ore settimanali, in cambio dell’assunzione di un figlio con contratto di apprendistato. “L’obiettivo di questa sorta di scambio è quello di permettere ai giovani di dare un apporto al budget familiare in un momento di crisi. Naturalmente purché le competenze e la formazione del giovane da assumere siano adeguate”.

Fino a questo momento, si tratta solo di una proposta che andrà sottoposta al confronto con i sindacati e con i lavoratori. Dal canto suo, l’azienda punta a utilizzare questa misura – che potrebbe coinvolgere un centinaio di giovani – per concentrare la produzione nell’arco di 10 mesi “favorendo la stagionalità del cioccolato”. In pratica: più dipendenti assunti ma per un periodo inferiore.