Il 2013 sarà l’anno del salto di qualità per quanto riguarda l’Application Performance Management. A dirlo è la Compuware, azienda leader nelle prestazioni tecnologiche che ha presentato a Milano uno studio basato sui nuovi trend dell’APM.
“In particolare il top management, che di solito si occupa di brand, loyalty, entrate e profitti, comprenderà meglio le capacità dell’APM di nuova generazione di supportare il business“, ha affermato Emanuele Cagnola, Sales Director APM di Compuware Italia.
Con la crescente complessità delle applicazioni, infatti, si rende necessaria una trasformazione dell’APM, che affina così i suoi strumenti. Nel dettaglio sono cinque i punti che delineeranno lo scenario dell’anno nuovo.
Prima di tutto gli ambienti IT, sempre più frammentati nelle loro diverse applicazioni, avranno bisogno di una gestione unificata delle applicazioni business critical, in modo da tenere sotto controllo i dati ed analizzarli, essendo così in grado di prevenire possibili problematiche. Il secondo punto evidenzia che la grande mole di dati dovrà necessariamente essere gestita attraverso analisi automatiche. Il terzo punto mostra come gli utenti utilizzeranno dispositivi mobili di ogni tipo, da cui richiederanno sempre di più prestazioni di alto livello. Per gestire i Big Data, inoltre, l’APM risulterà fondamentale come si legge nel resoconto di Compuware:”Integrare negli ambienti big data soluzioni APM di nuova generazione significherà poter eliminare i rischi e i costi associati a performance scadenti, interruzioni della disponibilità e scalabilità“. Infine con gli strumenti DevOps e Agile Operation le aziende adotteranno un approccio lifecycle, utile per evitare criticità e velocizzare le applicazioni.
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Per poter trarre i massimi benefici dall’APM bisognerà tener conto dei punti sopra esposti, ricordando che la fidelizzazione dei clienti passa attraverso un servizio affidabile e di alta qualità