Se da un lato virtualizzare i dati è uno dei modi più sicuri per archiviarli, dall’altro le perdite verificatesi non tengono tranquille le aziende. Secondo lo studio di Kroll Ontrack, azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, ogni anno nel mondo il 40% delle aziende perde i dati dai loro ambienti virtuali e solo il 33% è stato in grado di recuperare la totalità delle informazioni.
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La ricerca ha preso in esame 724 professionisti IT, costruendo un quadro alquanto allarmante. Infatti se l’80% delle imprese reputa l’archiviazione virtuale sicura e comoda, il 40% delle stesse ha dichiarato di aver perso dei dati nel corso dell’ultimo anno.
«E’ errato pensare che gli ambienti virtuali siano strutturalmente più sicuri o meno a rischio per la perdita di dati rispetto ad altri supporti per l’archiviazione – ha dichiarato Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack Italia – La perdita di dati virtuali può derivare da una serie di cause, tra le quali la corruzione del file system, macchine virtuali eliminate, la corruzione interna del disco virtuale, guasti al sistema RAID o ad altri dispositivi di storage/server, file cancellati o corrotti contenuti all’interno di sistemi di storage virtualizzati. Inoltre le conseguenze sono di solito molto più gravi in quanto il volume di dati memorizzati in un ambiente virtuale è esponenziale rispetto a quello archiviato su un singolo server fisico o dispositivo per lo storage».
Inoltre una volta persi i dati non sempre possono essere recuperati, il 67% degli intervistati ha dichiarato di non aver recuperato in toto i dati persi, e che il più delle volte sono stati ricostruiti e non effettivamente recuperati.
Dunque il rischio della perdita dei dati è cosa reale, e la prevenzione è l’unico modo per evitare danni importanti.