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Smart Working e fattore umano: binomio vincente

di Anna Fabi

24 Luglio 2020 07:28

Il lavoro agile durante il lockdown ha fatto emergere l’importanza del fattore umano e della socializzazione con i colleghi.

Il ricorso allo Smart Working ha cambiato in modo determinante il modo di lavorare e di concepire il lavoro, tanto che rinunciare a questa pratica al termine del lockdown potrebbe essere difficile per molti professionisti.

Secondo la Instant Survey Lockdown – Abitudini e comportamenti acquisiti durante Covid-19 realizzata da Cegos Italia, tuttavia, i limiti imposti durante la crisi sanitaria hanno in qualche modo fatto emergere l’importanza del fattore umano.

Il 41% dei 250 intervistati non vorrebbero abbandonare la vicinanza ai propri familiari, unita a una maggior attenzione alle relazioni amicali che lo Smart Working garantisce. Nel il 22% dei casi, invece, il lavoro agile ha stimolato l’interesse verso il digitale sia in ambito professionale sia personale.

La mancanza della socializzazione quotidiana con i colleghi è stata percepita come fattore negativo dal 31% degli interpellati, mentre per il 29% a pesare maggiormente è stata la mancanza della facilità di confronto che si ha dialogando di persona (29%). D’altra parte, il lavoro da casa ha comportato anche la perdita degli spazi personali.

Il fattore umano, la sua presenza o mancanza, è ciò che ha inciso maggiormente e dal quale non si potrà prescindere in un nuovo equilibrio vita-lavoro da ritrovare e impostare – commenta Emanuele Castellani, CEO Cegos Italy & Cegos Apac -. I comportamenti delle persone, però, fanno sempre la differenza e in questo caso realmente eccezionale come la pandemia, la reazione è risultata piuttosto pronta e all’insegna di grande responsabilità, aspetti da valorizzare e su cui far leva anche per il futuro.

=> Work-life balance anche in Smart Working

La Survey ha focalizzato l’attenzione anche sulla percezione del lavoro da remoto da parte dei responsabili e dei collaboratori: se i primi si sono dimostrati all’altezza della situazione per la maggior parte degli intervistati, anche ai collaboratori sono stati attributi meriti notevoli, come la capacità di mantenere il focus su obiettivi e risultati.

Tra le soft skill ritenute più utili nel periodo di lockdown, infine, compaiono al primo posto agilità e adattabilità (votate dal 38% dei rispondenti), seguite dall’organizzazione efficiente del lavoro (16%) e dalla remote collaboration (12%).