Manager come le casalinghe: costretti a ridurre i consumi

di Simona Tenentini

5 Novembre 2009 10:30

Gli effetti devastanti della crisi si riflettono anche sul tenore di vita e sulle abitudini alimentari: i dirigenti abbandonano il pranzo al ristorante per il più economico Tupperware

Manager felici e strapagati? Macchè! Gli effetti della crisi si avvertono anche a livello degli equilibri sociali e così ecco che il superpotente dirigente d’azienda si ritrova sullo stesso scalino in compagnia della casalinga annoiata.

Secondo una indagine Istat, infatti, i manager italiani sono la categoria più stressata insieme alle casalinghe. Su quest’analisi si abbatte inoltre la scure della recessione, con i licenziamenti e i cali dei consumi. Tutto ciò determina notevoli cambiamenti anche a livello di spese e di abitudini di vita. Se per Manageritalia, un’associazione che raggruppa oltre 33.000 professionisti, il 58% degli intervistati ha dovuto ridurre il tenore di vita per far quadrare i conti, uno studio dell’associazione Donne e qualità della vita illustra il triste ritratto del progressivo impoverimento che comporta dei radicali mutamenti perfino nelle abitudini alimentari.

E così, bandito il ristorante perché troppo caro, arriva sulla scrivania del 25% dei dirigenti il popolarissimo Tupperware dove viene mantenuto al caldo il pranzo preparato a casa. Se in Italia anche il manager piange dunque, non è che altrove la situazione sia molto più rosea.

In Francia, nove dirigenti su dieci temono lo spettro della disoccupazione ed aumenta il numero dei professionisti che si dichiarano stressati. Il 71% degli interpellati, secondo un sondaggio di hereisthecity.com, dichiara di essere più stressato di sei mesi fa, il 69% di essere affetto da insonnia, inappetenza ed apatia, ed il 30% di sentirsi impotente di fronte a questo disagio.

Di fronte al dilagare di un simile quadro pessimistico ognuno si salva come può: mentre all’Ascom di Bergamo organizzano lezioni di “zen manageriale” altri (un terzo secondo i dati dell’associazione Help me) si rifugiano nella più economica preghiera. Altri ancora, infine, trovano giovamento nei consigli impartiti dalla psicoterapeuta Daniela Lucini nel suo libro “Superstress. Come superare la crisi senza che il tuo lavoro ti rovini la salute”, edito da Rizzoli.

Secondo l’autrice uno dei metodi per sconfiggere l’evento stressante è di non considerarlo come un fallimento personale, ma come la fine di un percorso e l’inizio di uno nuovo. L’autocommiserazione non serve, meglio il confronto con amici e familiari per valutare la situazione e soppesare possibili soluzioni alternative. Lo stress infatti influisce negativamente sull’alimentazione, sul fumo e sull’inattività fisica, favorendo la predisposizione all’infarto, alla pressione alta e al diabete.

Rifugiarsi nello sport è sicuramente un ottimo toccasana, svolgere un’attività fisica regolarmente aiuta a tenere sotto controllo il respiro che deve essere lento, profondo e regolare.

Anche una giusta alimentazione poi può sicuramente aiutare: no l’abuso di grassi, fritti, alcool e caffeina, via libera invece ai cibi sani ed ad una giusta idratazione con acqua e liquidi in abbondanza.