Si potrebbe dire che San Valentino abbia un effetto benefico sulle aziende. Perché una situazione sentimentale stabile ha un influsso positivo sulle performances lavorative, e viceversa una posizione professionale soddisfacente fa bene all’amore.
Ma attenzione, la maggioranza dei lavoratori ritiene che ad avere più possibilità di fare carriera siano i single. Alla prova dei fatti, infine, a ricoprire posizioni di vertice nelle aziende sono soprattutto gli uomini, in genere sposati o conviventi con figli. I risultati arrivano da un’originale indagine svolta da Adecco fra 1100 impiegati e candidati in tutta Italia a cui si aggiungono 100 responsabili delle risorse umane di aziende clienti.
Sull’effetto positivo che l’amore ha sulla produttività sono d’accordo l’85% degli impiegati/candidati e l’87% dei responsabili Hr. Il motivo? La serenità favorisce la concentrazione. Ci sono poi percentuali più basse di chi ritiene che il partner sia un importante punto di riferimento per le scelte legate alla carriera e di chi pensa che la famiglia aumenti le responsabilità e spinga quindi a fare carriera (qui c’è una certa differenza fra le opinioni degli impiegati, 17%, e dei manager Hr, 8,5%).
Più della metà degli intervistati pensa che l’effetto positivo della vita sentimentale sul lavoro valga in egual misura per uomini e donne. A fare la differenza, più che il genere, sembra essere l’età: la fiducia nell’effetto benefico dell’amore è più diffusa fra i trentenni (38%), mentre sono più disincantati gli over 40 (16,25%) e fra gli ultracinquantenni la percentuale scende drasticamente al 4%. Nella percezione pensa molto la propria vita personale: nel potere dell’amore credono soprattutto gli sposati o conviventi, 37%, e i fidanzati, 36%.
Molti, oltre l’80%, pensano anche che, viceversa, la soddisfazione professionale faccia bene all’amore. L’amore fa bene alla produttività ma, secondo il 50% degli impiegati, non ha un particolare effetto, positivo o negativo, sui rapporti fra colleghi. C’è anche un corposo 37% che invece ritiene che interagiscano meglio coloro che hanno una situazione stabile.
È interessante notare che su questo aspetto è diversa l’opinione dei responsabili HR, fra i quali scende al 40% la percentuale di chi ritiene che l’amore non abbia effetto nei rapporti fra colleghi e salgono al 49% coloro che ritengono benefica anche in questo senso una situazione stabile.
Tutti d’accordo (oltre il 70%), invece, sul fatto che in posizioni di leadership abbia un rapporto migliore con i subalterni chi è sposato o convivente con figli.
L’amore farà anche bene alla produttività e ai rapporti, ma quando però si chiede “secondo lei chi ha più possibilità di fare carriera?”, il 63% degli impiegati e il 59% dei responsabili risorse umane risponde: i single.
E quando si passa dalle opinioni ai dati di fatto, la situazione cambia ancora: in base all’esperienza, chi ricopre posizioni di vertice in azienda è uomo, sposato o convivente, con figli, in oltre il 50% dei casi. Al secondo posto, gli impiegati indicano “uomo sposato o separato”, seguito da “uomo single”, mentre i responsabili Hr segnalano al secondo posto gli uomini single seguiti dalle donne single (7,6%). Al quarto posto, in entrambi i casi, uomo sposato senza figli. Le donne con famiglia sono sempre sotto il 5%.