Lavoro, flessibilità, produttività, necessità personali. Questioni collegate, e da non sottovalutare, quando si parla di team working. E un bravo dirigente al giorno d’oggi deve sapere che è il caso di fare attenzione anche alla qualità, e quantità, di riposo e sonno dei suoi collaboratori, se vuole avere a disposizione i migliori elementi per mettere in atto la sua strategia.
La notizia rimbalza infatti dall’America fino a casa nostra: un terzo degli americani non dorme a sufficienza e compromette così le sue prestazioni lavorative. Un ammanco che a Harvard hanno persino calcolato nella riguardevole cifra di 63,2 miliardi di dollari (per il 2011) di mancata produttività. E in Italia? Un’indagine, commissionata a una società indipendente da Regus, mette in luce come il 26% dei lavoratori sacrifichi ore di riposo per rispettare impegni lavorativi e personali, mentre un lavoratore su dieci (9%) sente di dover compensare con ore di lavoro aggiuntive il tempo eventualmente impiegato per attività personali sul posto di lavoro.
=> Leggi: Lavorare troppo causa depressione, manager esclusi
Tutte questioni che possono avere ripercussioni anche sulla salute. «La mancanza di riposo è chiaramente negativa per la salute e il benessere del lavoratore, e orari di lavoro prolungati possono comportare disturbi cardiaci» – afferma Mauro Mordini, Direttore Generale di Regus in Italia. «Gli intervistati hanno evidenziato che tempi di spostamento più brevi e una maggiore flessibilità della sede lavorativa consentirebbero loro di trascorrere più tempo con la famiglia e porre fine a notti insonni trascorse a recuperare arretrati sul lavoro o su attività».
Un problema che è già all’ordine del giorno in molte grandi compagnie, consapevoli dell’importanza di avere a disposizione dirigenti e collaboratori al massimo delle loro possibilità. È il caso ad esempio di Procter & Gamble, che da giugno attiverà due programmi pilota in altrettanti stabilimenti per approfondire cause e soluzioni possibili. Perché oggi come oggi non si possono sottovalutare nemmeno i livelli di melatonina, se si vuole essere scrupolosi e produttivi.
Migliorare quindi l’educazione sull’argomento e quindi la qualità del riposo della propria squadra può rivelarsi strategico, per evitare che succeda ciò da cui un esperto dell’argomento come Paul DeLuca mette in guardia come un pericolo serio: «La linea di demarcazione tra il lavoro e ciò che è al di fuori del lavoro – dice il professore – si sta dissolvendo».