Equitalia chiede ai manager più sensibilità

di Floriana Giambarresi

16 Maggio 2013 11:00

Equitalia chiede ai propri dirigenti più tatto e sensibilità nel trattare i singoli casi di suicidio: niente errori, secondo l'ad Benedetto Mineo.

Nelle scorse ore, l’amministratore delegato di Equitalia Benedetto Mineo ha inviato una lettera ai propri dipendenti volta a chiedere più sensibilità e tatto nel trattare i singoli casi. Ha preso spunto da un episodio di cronaca per richiamare l’attenzione su un tema delicato, ovvero quello dei suicidi per debiti.

«Non possiamo permetterci di commettere errori, o di avere un comportamento non adeguatamente orientato alla sensibilità che queste circostanze richiedono» ha scritto Mineo per attirare l’attenzione «su un tema, tanto terribile quanto delicato, con cui da tempo siamo chiamati a misurarci».

«Siamo consapevoli che l’arrivo di una richiesta all’agente della riscossione, in un momento come quello che stiamo vivendo, possa infrangere equilibri già instabili e faccia emergere un sentimento di resa, poi di vergogna, che si traduce nell’incapacità stessa di chiedere aiuto».

Ciò, aggiunge «non deve indurci a venire meno al rispetto delle funzioni che ci sono state assegnate, ma di proseguire sulla strada che, già dall’anno scorso, abbiamo aperto con l’introduzione in ogni provincia del cosiddetto Sportello Amico». 

«Il dialogo con i cittadini, soprattutto con le fasce più deboli, deve continuare ed essere rafforzato, per far sì che, sempre nel rispetto delle norme che vincolano la nostra attività, sia possibile valutare caso per caso, persona per persona, provando a trovare una soluzione anche nelle situazioni più critiche. So bene che questo è già nella quotidianità delle azioni di molti di voi. L’ho potuto verificare direttamente attraverso le testimonianze che ho raccolto negli incontri con le strutture regionali e provinciali». 

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Equitalia chiede di conseguenza «di proseguire con forza in questa direzione. Dobbiamo continuare. In silenzio e senza vantarcene, come è giusto che sia, perché è proprio dalla moltiplicazione di questo modo di essere che possiamo provare a far cambiare opinione su di noi. Ancora di più, possiamo vedere riconosciuto il nostro lavoro al servizio di un Paese che vogliamo più giusto, la nostra professionalità, l’imparzialità nel rispetto delle leggi e, non ultima, la nostra umanità».

Buone indicazioni dunque dall’amministratore delegato di Equitalia, il quale cerca di contrastare il terribile fenomeno che si è diffuso negli ultimi anni, e massicciamente, anche a causa della crisi economica che sta colpendo tutto il globo.