Effetto alone: perché si assume una risorsa inadatta?

di Teresa Barone

22 Aprile 2015 10:00

La trappola dell?effetto alone nel colloquio di lavoro e come superarla per assumere il candidato più adatto.

Spesso la percezione di un tratto della personalità di un individuo influenza la valutazione di altre caratteristiche, limitando la capacità di esprimere un giudizio obiettivo: si chiama “effetto alone” e rappresenta una delle trappole più insidiose per i recruiters impegnati nella selezione del personale.

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È l’effetto alone, ad esempio, a causare un’assunzione solo apparentemente efficace e basata su una valutazione superficiale e non approfondita del candidato. Il responsabile della selezione si trova in sintonia con una potenziale risorsa che lo colpisce per una particolare competenza, o dote caratteriale, tanto da fermare il suo giudizio senza proseguire nell’indagine: come superare questo ostacolo? Per neutralizzare l’effetto alone possono essere utilizzate tre strategie efficaci.

1. Condurre il colloquio in modo completo senza tralasciare alcun aspetto, documentando la valutazione del candidato su più fronti ed esprimendo un parere su ciascuno di questi.

2. Farsi affiancare da altri membri del proprio team in modo da realizzare una valutazione di gruppo, facendo in modo che il giudizio finale sia obiettivo e privo di qualsiasi tipo di preconcetto. Non sempre si ottiene un parere unanime, tuttavia si allontana non poco il rischio di tralasciare fattori determinanti.

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3.  Somministrare al candidato un questionario per valutare personalità e attitudini, una buona base di partenza per favorire una valutazione sincera e obiettiva.