Un’esperienza di studio o di lavoro all’estero arricchisce sempre, contribuendo non solo ad affinare le proprie abilità linguistiche ma anche a potenziare competenze, conoscenze e altre skill molto apprezzate dai datori di lavoro.
=> Assunzioni: direttori HR ottimisti
I candidati che vantano una permanenza, più o meno lunga, fuori dai confini nazionali rappresentano quindi risorse preziose per l’azienda, talenti sui quali investire promuovendone la carriera e la crescita professionale. Qual è il loro potenziale? Ecco alcuni vantaggi.
I lavoratori che hanno lavorato all’estero sono generalmente abili nell’adattarsi a qualsiasi nuovo ambiente e hanno maggiore familiarità con il cambiamento, vivendo serenamente e con entusiasmo ogni possibile trasformazione che avviene in ambito professionale.
Sono gli stessi individui a mostrare una spiccata capacità di pensare in modo creativo e innovativo, perché più abituati a immergersi nelle nuove culture e a vedere le cose da una prospettiva diversa.
Infine, assumere o investire in una risorsa che ha compiuto un percorso all’estero significa anche avere a disposizione un dipendente che sa lavorare in autonomia, mostrando indipendenza e capacità di problem solving.
=> Lavoro: ricerca e selezione sempre più social