In un mondo competitivo, in cui ognuno cerca di arrivare in cima mostrare umiltà può essere la carta vivente. Dire di se stessi e della propria azienda di essere il meglio sul mercato infatti può essere controproducente.
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Cambiare prospettiva e porsi come colui che sta cercando di fare di più e che punta ad un miglioramento costante è molto più semplice. Prima di tutto si manterranno più facilmente i piedi per terra, si tenderanno a capire le proprie lacune e come superarle. Essere “il meglio” implica essere giunti ad un punto fermo, che significa non imparare più niente. Al contrario non si smette mai di imparare ed essere consapevoli di ciò porta a risultati inaspettati.
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Tendere al miglioramento significa impegnarsi giorno per giorno, mantenere fede agli obiettivi e misurarsi coi propri limiti. Per farlo sono essenziali tre cose: la voglia di migliorare, la tenacia in quello che si sta facendo e credere che migliorare è possibile, aggiungendo ogni giorno un pezzetto in più. Da un lato tutto ciò fa bene alla propria carriera e alla propria vita personale ma dall’altro mette in buona luce davanti ai dipendenti come davanti ai clienti. Presentare il prodotto come il migliore possibile farà storcere il naso a molti, chiedere invece una aiuto farà voglia di sentirsi parte del brand e di dare una mano per rendere davvero il prodotto migliore.