Lavorare con la supervisione di un capo uomo è meglio: lo pensa il 64% degli italiani, che sebbene prendano in grande considerazione la parità di genere in ambito professionale pensano che un boss di sesso maschile sia sempre da preferire.
=> In Italia solo il 26% di donne manager
Lo rivela il Randstad Workmonitor del terzo trimestre 2016, indagine condotta a livello mondiale che mostra come, per gli italiani (precisamente il 91%) lavorare in ambiti caratterizzati da diversità di genere sia una condizione ottimale. Allo stesso tempo, per il 62% degli intervistati l’uguaglianza tra i due sessi sul lavoro cresce in modo direttamente proporzionale all’anzianità di ruolo. La ricerca ha indagato anche sul ruolo del manager nella promozione della parità tra uomini e donne: se il 72% ritiene che il capo svolga un ruolo sostanziale per incentivare la collaborazione tra i membri del team, ammonta al 70% la percentuale di coloro che vede il proprio superiore come un modello comportamentale da seguire.
Secondo Marco Ceresa, AD di Randstad Italia:
«I risultati della ricerca evidenziano per l’Italia una sorta di asimmetria tra la sostanziale ‘solidarietà’ nei rapporti di lavoro orizzontali tra gregari, in cui appaiono ormai evidenti quasi a tutti i vantaggi della diversità di genere in azienda, e la visione più tradizionalista nelle relazioni gerarchiche, in cui il personale femminile sembra discriminato a vantaggio di quello maschile per l’avanzamento di carriera e per le posizioni di comando. Una situazione che deve vederci tutti impegnati per colmare le resistenze culturali che escludono ancora oggi il patrimonio di idee, esperienze e competenze della componente femminile, per favorire la parità di genere a tutti i livelli.»